È nato il coordinamento nazionale delle Rsu e delle strutture Fiom del Gruppo Marcegaglia. Seguendo il filone inaugurato già da numerosi altri gruppi del settore siderurgico, l’assemblea nazionale dei delegati e delle strutture territoriali dei metalmeccanici Cgil, che si è tenuta a Milano il 29 novembre, ha formalizzato l’accordo. Durante l’iniziativa, a cui hanno preso parte i rappresentanti sindacali di tutti i siti in cui opera il Gruppo Marcegaglia in Italia, sono state condivise alcune linee guida, comuni ai diversi stabilimenti, grazie alle quali il coordinamento nazionale sarà in grado di assicurare una maggiore, e necessaria, armonizzazione.
Moliti i punti toccati durante l’assemblea: i partecipanti hanno analizzato lo stato del settore siderurgico, alla luce dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime, confrontando il quadro con i risultati di Marcegaglia. Il gruppo industriale leader mondiale nella trasformazione dell’acciaio ha chiuso il 2021 con indicatori straordinari, sia sul piano economico-finanziario, sia per quanto riguarda le tonnellate di prodotti finiti venduti, i ricavi ottenuti – 7,7 miliardi di euro – e l’utile netto conseguito.
Inoltre, tra i temi affrontati dall’assemblea c’è stato anche quello dei salari: l’obiettivo è quello di migliorare le condizioni salariali dei lavoratori del gruppo e dei neoassunti. Sul tavolo anche la contrattazione degli orari e la necessità di integrare il salario in caso di ricorso ad ammortizzatori sociali. Fronteggiare i maniera concertativa questi punti, secondo la rappresentanza dei lavoratori, permetterà un miglioramento generale delle condizioni, in tutti gli stabilimenti. Oltre al mercato del lavoro, il coordinamento sindacale nazionale si propone di collaborare con l’azienda per trovare soluzioni rapide all’urgente tema della salute e della sicurezza sul lavoro: elementi da far vivere nei vari siti, sviluppando un progetto comune che porti ulteriori miglioramenti rispetto a quanto oggi previsto nei singoli stabilimenti.