Scuola

Roma, la scuola che si allaga con i temporali. La preside: “Usiamo i secchi, ma non possiamo incrociare le dita e sperare nel sole”

Per poter usufruire del teatro, di alcuni laboratori e di alcune aule, gli studenti dell'Ic "Valente" devono sperare ogni giorno nel bel tempo. La dirigente Rosamaria Lauricella: "A rischio la sicurezza di alunni e docenti". E non è l’unica scuola a trovarsi in questa condizione: una delle ultime giornate di pioggia violenta – secondo una stima della presidente regionale dell’Anp, Cristina Costarelli - ha causato almeno duecentomila euro di danni

“A dicembre nella mia scuola dovranno fare il concorso, ma non posso ospitare candidati con l’acqua che cade dal soffitto“. La denuncia è di Rosamaria Lauricella, dirigente dell’istituto comprensivo “Giovan Battista Valente” di Roma. Che per poter usufruire del teatro, di alcuni laboratori e di alcune aule, deve sperare ogni giorno nel bel tempo. A ogni temporale o giornata di pioggia, infatti, ragazzi e docenti devono tirar fuori secchi e stracci, perché in alcune parti della struttura cade acqua a catinelle. La preside ha da tempo segnalato il problema al Municipio V della Capitale, ma finora nessuno ha mosso un dito. E la sua non è l’unica scuola a trovarsi in questa condizione: una delle ultime giornate di pioggia violenta – secondo una stima della presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi, Cristina Costarelli – ha causato almeno duecentomila euro di danni. A far compagnia al “Valente” in termini di “permeabilità” ci sono, ad esempio, gli istituti di via Poseidone, “La Giustiniana”, l’ “Ardea II”, il “Perlasca”.

“Nei giorni scorsi avevamo programmato un’iniziativa in teatro, con la presenza anche delle autorità, ma ci siamo dovuti trasferire altrove perché c’era una gran pozzanghera al centro a causa delle infiltrazioni dal tetto”, denuncia la preside. E non è l’unico locale a diventare inutilizzabile quando piove: la dirigente ha dovuto chiudere anche il laboratorio di musica, e spesso si allagano anche aule e zone dei corridoi. “Quando riusciamo mettiamo dei secchi e cerchiamo di asciugare ma non sempre è possibile risolvere il problema in questo modo. Dal 9 dicembre la scuola sarà sede di concorso ma come possiamo accogliere i candidati in questa situazione?”, si sfoga la professoressa. Che in questi giorni ha di nuovo preso carta e penna per scrivere una lettera al Municipio, sperando in un intervento repentino: “Non sono un tecnico, ma credo sia urgente mettere mano al tetto. Noi presidi non possiamo permetterci di chiudere una scuola, dobbiamo attenerci alle ordinanze del sindaco o del prefetto ma non possiamo mettere a rischio i nostri alunni e i nostri docenti”.

Secondo la presidente Anp Costarelli, l’80% delle scuole della Capitale ha problemi che riguardano i solai, i soffitti e le guaine. A detta dell’associazione, manca un monitoraggio costante e i lavori di manutenzione vengono fatti senza una pianificazione che sia in grado di colmare le lacune del passato. Così basta un po’ di pioggia per creare una situazione di profondo disagio, con presidi non sanno più che fare e a chi rivolgersi. “Non possiamo incrociare le dita sperando nel sole ogni giorno. La scuola dev’essere un luogo accessibile in ogni sua parte sempre. Gli spazi come il teatro, i laboratori sono posti che devono poter essere utilizzati da ogni alunno e da ogni professore”, attacca la preside del “Valente”.