Terremoto nella gestione finanziaria della Santa Sede. Mentre nel Tribunale Vaticano prosegue il processo penale per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato, dopo appena tre anni cambia il vertice del ministero economico della Curia romana. Papa Francesco, infatti, ha accettato le dimissioni dall’incarico di prefetto della Segreteria per l’economia della Santa Sede presentate da padre Juan Antonio Guerrero Alves, un sacerdote gesuita, “per motivi personali”, come si legge nel bollettino della Sala Stampa vaticana. Dimissioni effettive dal 1 dicembre 2022. Bergoglio, precisa ancora la nota ufficiale, “ringrazia vivamente padre Guerrero per la dedizione mostrata nel servizio prestato alla Santa Sede. Il padre Guerrero è riuscito a sistemare per bene l’economia, è stato un lavoro forte e impegnativo che ha portato tanti frutti. Il Santo Padre gli assicura la sua preghiera”. Francesco, inoltre, ha deciso che il successore del sacerdote sia l’attuale numero due della Segreteria per l’economia, il dottor Maximino Caballero Ledo, spagnolo ed esperto di finanza internazionale. Si tratta del secondo laico capodicastero della Curia romana dopo Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione.

Una successione indolore per quanto riguarda l’indirizzo della Segreteria per l’economia, visto che Caballero Ledo è amico d’infanzia di padre Guerrero e ha sempre condiviso le politiche gestionali messe in campo fin da quando, il 4 agosto 2020, è stato nominato numero due del dicastero finanziario della Santa Sede. Caballero Ledo è nato il 21 dicembre 1959 a Mérida, in Spagna. Ha ottenuto una laurea in economia all’Università Autonoma di Madrid e un master in amministrazione aziendale presso l’IESE Business School di Barcellona. Ha lavorato presso diverse aziende spagnole e statunitensi dal 1986 fino al 2020. Dal 2007 fino alla nomina in Vaticano ha ricoperto diverse cariche negli Stati Uniti in una importante azienda multinazionale del settore sanitario.

Padre Guerrero, come si legge sui media vaticani, ha inviato una lettera ai dipendenti e collaboratori della Segreteria per l’economia spiegando le ragioni delle sue dimissioni: “Voi siete a conoscenza che ho subito un intervento chirurgico nel corso di quest’anno, a seguito del quale sono sotto un trattamento medico che mi produce alcuni effetti secondari che rendono particolarmente difficile per me l’adempimento di un compito tanto impegnativo come quello che sto svolgendo e che richiede un’efficienza fisica e una concentrazione mentale migliore di quelle di cui io dispongo al momento”. Nella lettera, Guerrero ripercorre il cammino fatto in questi tre anni, spiegando di lasciare “con tristezza, ma anche con immensa gratitudine al Signore, al Santo Padre e a tutti voi e con la soddisfazione che insieme abbiamo dato un contributo alla riforma economica richiesta” dal Papa.

“Insieme, e in collaborazione con altre istituzioni curiali – scrive ancora il sacerdote – abbiamo aiutato il Santo Padre a fare passi importanti nell’organizzazione economica della Curia romana, nella trasparenza, nella credibilità della Santa Sede per ciò che riguarda le questioni economiche. Abbiamo aiutato ad avere regole più chiare, ma ci sono ancora in cantiere molte cose da fare: la centralizzazione degli investimenti, l’ulteriore regolamentazione e semplificazione dei processi di appalto, per renderli più trasparenti e snelli; l’implementazione della Direzione per le risorse umane, che è una nuova sfida per migliorare le condizioni e il clima di lavoro nella Santa Sede; la programmazione di un maggiore utilizzo di procedure informatizzate”. Si entra ora in una fase nuova, spiega ancora Guerrero, che “richiede una persona maggiormente competente e, soprattutto, che possa godere della pienezza delle sue energie”. Infine, il prefetto uscente aggiunge: “Abbiamo sperimentato che nel processo della riforma ci sono passi avanti e passi indietro, ma con il passare degli anni vediamo un progresso reale. Non stiamo ora nello stesso punto dove abbiamo iniziato. Sappiamo in ogni caso che essere un organo di controllo comporta sempre essere in una posizione fastidiosa per i controllati. Sono certo che continuerete a fare il lavoro con umiltà e con spirito di servizio e di collaborazione con le altre istituzioni curiali. L’economia deve sempre essere serva, mai signora, e ancora di più in una istituzione come la Santa Sede”.

Twitter: @FrancescoGrana

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