L'Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico ribadisce la necessità di tagliare i costi fiscali dei dipendenti, anche per evitare che l'incremento del nuovo anno incentivi l'aumento dei rapporti lavorativi irregolari
Da gennaio, gli anziani e le famiglie che hanno la necessità di appoggiarsi a una badante o a una colf avranno una preoccupazione in più. Con il nuovo anno, infatti scatteranno gli aggiornamenti automatici delle retribuzioni in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo. Dal 2023 entrerà in vigore, dunque, un adeguamento degli stipendi all’80% dell’inflazione. Le stime parlano di un incremento annuale dei costi fino a 2mila euro per una famiglia che ha a libro paga una badante o un collaboratore domestico.
“Rispetto agli attuali minimi – spiega Fidaldo, la Federazione italiana dei datori di lavoro domestico, in rappresentanza delle associazioni di categoria Nuova collaborazione, Assindatcolf, Adld e Adlc – vedremo aumentare la busta paga di circa il 9%“. Una spesa in più che dovrebbe attestarsi attorno ai 125 euro al mese. “Entro il 20 dicembre il ministero del Lavoro deve convocare la commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo, così come previsto all’articolo 38 del Contratto collettivo nazionale. In assenza di un accordo scatterà l’aumento in via automatica. L’auspicio – aggiunge Fidaldo – è che attraverso un confronto con le parti sociali si possa arrivare a uno scaglionamento nel tempo di questi incrementi che peseranno sui budget familiari, già gravati dagli aumenti del prezzo del gas e delle bollette“.
L’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico ribadisce la necessità di tagliare i costi fiscali dei dipendenti, anche per evitare che l’incremento di gennaio incentivi l’aumento dei rapporti di lavoro irregolari, a nero. Nello stabilire lo stipendio da corrispondere a colf e badanti, il datore di lavoro privato deve attenersi a quanto stabilito dal contratto nazionale di categoria e ai minimi retributivi da esso fissati: nel 2022 le retribuzioni minime dei lavoratori domestici sono cresciute, sempre per effetto della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo, intorno al 3%. Per un collaboratore domestico la paga oraria è di circa 8 euro: se assunto in regime di convivenza a tempo pieno lo stipendio medio è pari a poco più di mille euro al mese. Più alto quello per le badanti che superano i 1.200 euro al mese.