di Saverio Mauro Tassi

Per giustificare il condono di mancati pagamenti fiscali (inclusi multe, bolli, tributi locali) dal 2010 al 2015, entro l’importo di 1.000 €, Giorgia Meloni non ha trovato di meglio che argomentare: “Stralciamo solo cartelle vecchissime sotto i mille euro e per le quali la riscossione avrebbe per lo Stato un costo superiore a quello che incasserebbe”.

Condoni di questo genere ce ne sono stati a ripetizione nei decenni passati. L’ultimo nel 2018, per pagamenti mancati dal 2000 al 2010 (guarda caso!), ad opera del governo Conte I. Allora Conte si era così giustificato: “Nel decreto fiscale c’è anche uno stralcio per quanto riguarda controversie fino a mille euro, però in un periodo molto determinato: dal 2000 al 2010. Addirittura ce l’hanno chiesto il ministero e gli organi competenti, perché ha detto che in termini così datati hanno maggiori costi a tenere gli archivi. E’ una semplice ripulitura del sistema che non garantiva nessun gettito”.

Lascio ai politologi l’interpretazione della coincidenza di decisioni e argomenti tra Conte e Meloni. Questione per me secondaria. Perché le questioni importanti, inerenti a questa ennesima conferma di una politica fiscale pluridecennale, inefficace e permissiva, sono ben altre, e cioè:
1. Si giustifica e quindi si incentiva la cronica inefficienza dell’amministrazione fiscale italiana incapace di far pagare chi sgarra
2. Si giustificano, e quindi si incentivano a perseverare nell’insolvenza, tutti coloro che evadono i pagamenti di multe e tributi fiscali (Imu, Tasi, Tari) sapendo di poter contare sia sull’inefficienza della burocrazia statale sia sulla benevolenza dei politici a caccia di consensi elettorali
3. Si puniscono i cittadini che pagano in modo regolare multe e tributi e così si accresce la loro sfiducia nell’onestà e nell’autorevolezza dello Stato, ossia lo si indebolisce.

Domande finali a Meloni, tutt’altro che scontate: a fronte di questi tre costi, quanto valgono i presunti risparmi della pubblica amministrazione? Non sarebbe stato tre volte conveniente e comunque doveroso per lo Stato accollarsi i costi di riscossione per evitare i tre super costi che così invece continueranno a minare la sua efficacia, la sua onestà e la sua credibilità?

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