L’ombra del razzismo, o quanto meno di qualche vecchia traccia di pregiudizio dura a morire, torna a imbarazzare la corte britannica. A farla balenare questa volta è stata un’anziana dama di compagna, lady Susan Hussey, storica amica e confidente della defunta regina Elisabetta, costretta a cospargersi il capo di cenere e a a dimettersi dopo aver scandalizzato ieri una ospite di pelle nera – nel pieno di un ricevimento offerto ieri dalla regina consorte Camilla a margine della Giornata Internazionale contro le Violenze Sessuali – con domande pressanti e toni inopportuni sulle sue origini etniche.
L’episodio – reso pubblico dalla vittima – ha indotto Buckingham Palace ad agire nemmeno 24 ore dopo l’accaduto. Con una secca nota in cui ha fatto sapere che la colpevole si scusava “dal profondo del cuore” per i suoi “commenti inaccettabili” e rinunciava all’incarico d’onore. Inizialmente il nome della reproba è rimasto coperto dal riserbo. Ma ben presto è saltato fuori, aggiungendo imbarazzo all’imbarazzo: vista la notorietà della Hussey, 83enne aristocratica legata per via familiare agli ambienti politici Tory, vedova di un ex presidente della Bbc (chi ha visto l’ultima stagione della serie Netflix The Crown la riconoscerà sicuramente, ndr) e figura legatissima a casa Windsor da decenni in veste di dama di corte. Fedelissima di Elisabetta II, lady Susan fu in passato scelta come una delle madrine di battesimo del principe William, attuale erede al trono; ed è rimasta al fianco della matriarca della dinastia fino all’ultimo, accompagnandola l’anno scorso nel triste addio al principe consorte Filippo; presenziando nelle prime file al funerale della stessa Elisabetta a settembre; e restando confermata nel ruolo a corte anche dopo la morte della sovrana, in attesa dell’entrata in vigora definitiva della riforma voluta da Camilla e da Carlo III che di fatto si tradurrà nell’abolizione delle dame di compagnia di palazzo come figure permanenti legate alla tradizione plurisecolare della monarchia britannica.
Un epilogo che per lei arriva tuttavia in forma di congedo inglorioso, per colpa di una caduta di stile dovuta non si sa se all’età, al preconcetto, a un momento di testardaggine stizzosa o a chissà cos’altro. Caduta di stile che comunque si è tradotta in una brutta figura insostenibile per Carlo e Camilla, sullo sfondo di un appuntamento in cui a palazzo erano state invitate personalità quali la regina Rania di Giordania, la principessa reale di Danimarca, la first lady ucraina Olena Zelenska, esponenti di spicco del mondo femminile britannico impegnate in politica o nella società civile. Oltre che per il suo stesso figlioccio William, intervenuto a cose fatte attraverso un portavoce per assicurare un regno sempre più multietnico che il “razzismo non ha può avere più posto nella società” di oggi.
A far scoppiare il caso era stata Ngozi Fulani, presente all’evento promosso da Camilla in quanto responsabile di un’organizzazione caritativa di Londra, la Hackney Charity Sistah Space, che dà sostegno a donne immigrate vittime di abusi domestici. Fulani ha raccontato sui social d’essere stata avvicinata bruscamente dalla dama di corte e investita sotto gli occhi di almeno due testimoni “sconcertate” da una raffica di domande. Come in una sorta di petulante interrogatorio sulle sue “radici”, malgrado i ripetuti tentativi di spiegare che ella si sentiva britannica, avendo sangue misto nelle vene – africano, caraibico e anglosassone – ed essendo venuta al mondo in Inghilterra: dove i familiari si erano trasferiti 70 anni fa, ben prima della sua nascita.
Scambio di battute che forse sarebbe stato perdonato allo scomparso principe Filippo, protagonista in tempi lontani di ‘gaffe’ analoghe; ma su cui la corte odierna – sullo sfondo del ricordo anche delle polemiche scatenate in tema di sospetti di razzismo nella Royal Family dai principi ribelli Harry e Meghan dopo il loro trasferimento negli Usa – non ha voluto fare sconti. Anche a costo di dover umiliare l’amica di una vita di Elisabetta.