Lo showroom di via Barberini si rinnova nella forma per seguire l'evoluzione della sostanza del rapporto tra il cliente e il brand di BMW, rivolto tanto alla completa elettrificazione della gamma così come alla sua digitalizzazione
La parola d’ordine è “esperienza”: interattiva, immersiva, inclusiva, che integri quella digitale all’umana. Con questi propositi Mini ha deciso di dare una nuova veste al suo “salone” romano di via Barberini – nato come pop-up nel 2014 e poi trasformatosi in Urban Store, per la prima volta, nel 2016 – , appena inaugurato alla presenza di Stefanie Wurst, Head of MINI, Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato di BMW Italia e Salvatore Nanni, amministratore delegato di BMW Roma.
Lo store si rinnova nella forma (schermi touch, spazi di co-working con wifi) per seguire l’evoluzione della sostanza del rapporto tra il cliente e un marchio come Mini, rivolto tanto alla completa elettrificazione della gamma così come alla sua digitalizzazione. A rappresentazione di ciò, negli spazi di via Barberini 94, nel cuore di Roma, ha fatto la sua comparsa anche la nuova MINI Cooper SE Convertible, la cabriolet full electric prodotta in un unico esemplare per il “MINI takes the States” edizione 2022, ovvero un viaggio tra il Vermont e la Carolina del Sud per celebrare la presenza del brand negli Stati Uniti.
“Il nuovo stile dello showroom MINI è incentrato sulla flessibilità – ha dichiarato l’a.d. Nanni nell’evento di inaugurazione – il comfort e le emozioni. Un ruolo chiave è giocato dal Product Genius che guida il cliente in un viaggio personale attraverso la scoperta, l’interesse, il gradimento, la valutazione per arrivare infine alla decisione di acquisto, finalizzata con il venditore, e all’esperienza della consegna.”
“Noi stiamo fornendo le risposte alle domande sulla mobilità urbana di domani e su come migliorare la vita in città” ha proseguito Wurst, a capo del brand, “MINI sarà un marchio di auto completamente elettriche con un’offerta responsabile, che si rivolge a una comunità digitale”.