1 /4 CorvinoFinito
L’ex sede del Banco di Napoli, che fu inaugurato da Benito Mussolini in occasione della sua visita a Trieste, è diventata teatro di una session di Urban Art d’eccezione. Da anni, il palazzo è stato dismesso dall’uso creditizio e di recente è stato trasformato in palestra. A essere coinvolti sono stati sedici artisti internazionali, tra i più famosi nel mondo del Writing e della Street Art: Peeta, Ravo, Joys, Ozmo, Rancy, Oger, Amina, Sorte, Stuer, Corvino, Fosk, Stefano e Mattia Bonora, Samuele Frosio, Ron Miller e Andrea639.
L’incarico di art director del progetto è stato affidato a Luca Mayr, curatore e direttore artistico di Urban Colors, un gruppo di giovani ragazzi appassionati di arte urbana nelle sue diverse sfaccettature: “Lavoriamo per rendere l’ambiente sociale migliore e vitale, spesso riqualificando pareti/muri grigi o non-luoghi. In contatto con tanti artisti internazionali, siamo sempre alla ricerca di luoghi per progetti artistici e design urbano per trasformare e valorizzare spazi non sfruttati”, spiega il gruppo. Le opere degli artisti, spiegano, sono disseminate in ogni parete della palestra, rendendo l’ambiente unico, nel segno dell’arte visiva e in una continua ricerca di equilibrio tra vecchio e nuovo, tra razionalismo e Urban Art, tra austerità cromatica e vera e propria esplosione di colore.
Così linee, movimento, combinazioni di lettere, forme e colori dialogano con l’architettura del palazzo, espressione del razionalismo italiano del ventennio, che ha fatto la storia della città di Trieste fino a cadere in disuso negli anni più recenti. Gli infissi, i pavimenti lignei, la scala elicoidale, il richiamo architettonico più attraente del palazzo, si combinano con le monumentali opere degli artisti più affermati sulla scena dell’Urban Art nazionale e internazionale.
Per esempio, gli artwork di Peeta giocano con le linee semplici dell’architettura razionalista del palazzo, creando illusioni ottiche basate sulla prospettiva e sulla tridimensionalità. Le lastre di marmo dei banconi acquistano profondità con l’optical art di Sorte e oltre i pavimenti in legno prendono vita i labirinti impossibili e geometrici di Joys. C’è poi il simbolismo di Ozmo, che reinterpreta l’iconografia rinascimentale della montagna sacra con l’innesto di linguaggi esoterici, dai draghi alle raffigurazioni lunari dei tarocchi. Ma anche figure che sembrano uscite dai dipinti di Hieronymus Bosch che convivono con il dinamismo dei supereroi contemporanei della Marvel, creando così un mondo misterioso e affascinante nel suo irrealismo.
Amina, tre le artiste donne che hanno partecipato all’evento, realizza due muri con i suoi mandala urbani, cerchi simbolici dagli straordinari effetti ottici che ricordano la rappresentazione simbolica del cosmo e che giocano all’interno con particolari minuscoli che si rincorrono e spirali che innestano l’effetto della tridimensionalità. Le opere di Rancy, invece, sono una celebrazione della bellezza e delle arti: il volto scomposto di una statua classica, assieme alle figure di Artemide e Nettuno, vengono attraversati da un gioco di onde vibrazionali arcobaleno mescolando design figurativo e surrealistico, classicismo in chiave pop e dinamismo in un trompe l’oeil di grande impatto visivo.
Accanto alle straordinarie opere degli artisti, a rendere speciale l’ambiente e gli allenamenti, la presenza di molti elementi che hanno fatto la storia della banca, come il caveau con le casseforti e cassette di sicurezza dell’epoca trasformato in una sala pesi o i banconi in pietra riadattati a reception, bistrot e zona consolle. E ancora, le casse, il bunker e una serie di tavoli in stalattite proveniente dalle Grotte di Postumia, che furono donati dalla Slovenia a Benito Mussolini.
Fino al 24 gennaio 2023, nella nuova palestra di Trieste, saranno esposte circa 50 opere esclusive realizzate dagli stessi artisti che hanno preso parte alla grande operazione di Urban Art. La mostra, che è gratuita e aperta al pubblico, presenta opere che richiamano quanto realizzato dagli artisti per la palestra, richiamando, in ogni tela, lo stile tipico di ciascun Urban Artist impegnato nel progetto di riqualificazione.