Il Pd contro la Regione: "E' federalismo al contrario?". L'operazione di trasferimento di competenze non si è ancora perfezionata dopo un decreto di revisione delle reti stradali in 4 Regioni
La Regione Veneto ha regalato 700 chilometri di strade all’Anas, ma la società statale non ha ancora firmato, dopo quattro anni, i verbali di presa in carico di un patrimonio ingente, anche se oneroso. Il mancato perfezionamento di un’operazione che a Venezia avevano decantato come “un esempio di corretta devoluzione e riconoscimento di autonomia” è stato scoperto durante l’audizione in commissione ambiente del direttore di Veneto Strade, la società che gestisce la viabilità regionale. L’ingegnere Silvano Vernizzi ha ammesso che la documentazione, per un’operazione varata nel 2018 e riconfermata un paio d’anni fa, è ancora ferma. Non ha saputo spiegarne le ragioni. Si tratta di burocrazia o di mancanza di volontà di Anas di farsi carico di un accordo che, quando è stato siglato, riguardava anche Lombardia, Emilia Romagna e Toscana?
La domanda è stata posta da Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd. Nel 2018 è stato attivato a livello centrale un percorso per riordinare la rete stradale di interesse nazionale, che faceva parte di quella già trasferita a regioni ed enti locali. Una forma di autonomia a rovescio, visto che la gestione (in parte) e la proprietà totale delle strade regionali tornavano ad essere statali. La giunta di Luca Zaia il 23 febbraio 2018 aveva firmato con Anas uno schema di protocollo d’intesa, secondo cui la gestione di quei 700 chilometri sarebbe stata assicurata da una società unitaria, con l’ingresso di Anas nell’azionariato della partecipata Veneto Strade. Nel 2019 il Consiglio dei Ministri aveva sottoscritto un decreto di revisione delle reti stradali delle quattro regioni italiane, precisando che “l’operatività del trasferimento per i tratti di strada riclassificata, per una estesa di circa 700 km, è subordinata alla redazione e sottoscrizione dei verbali di consegna”. Sono i verbali che Anas non ha ancora firmato, nonostante lo scambio già avvenuto di tutte le schede sinottiche di dettaglio degli elementi da censire per ogni strada.
“Dopo quattro anni scopriamo che il passaggio di gestione di 700 chilometri ad Anas non è avvenuto. Un fatto sorprendente sul quale chiediamo venga fatta urgentemente piena luce” hanno commentato Zanoni in una nota congiunta con Arturo Lorenzoni (Gruppo Misto). “E’ un’operazione che sta agli antipodi dell’autonomia – sottolinea il consigliere democratico – È la Regione che cede la competenza allo Stato, un passaggio grottesco per chi sbandiera ogni giorno il progetto autonomista. Ho fatto richiesta al presidente di commissione di sentire direttamente la vicepresidente regionale e assessora alle infrastrutture Elisa De Berti. L’operazione comporterà una riduzione di oltre il 35 per cento delle tratte gestite da Veneto Strade su un totale di oltre 1.900 chilometri”. Il consigliere Pd Jonatan Montanariello aggiunge: “Siamo di fronte ad un caso di federalismo al contrario: con i soldi dei cittadini siciliani mandiamo gli spazzaneve in Comelico. Serve piena chiarezza su questo guazzabuglio”. E Lorenzoni rincara: “Si prospetta un rinvio sine die del passaggio di consegne, visto che non sono neppure previsti al momento trasferimenti di personale. Il nodo è politico: per Anas prendere la gestione di 700 km di strade di montagna, quasi esclusivamente in provincia di Belluno, è un onere da evitare volentieri. Al tempo stesso, per la Regione, ricevere risorse statali per gestire strade regionali e provinciali è una scelta comoda. Un esempio perfetto di come invochi l’autonomia, ma all’atto pratico accetti di buon grado le risorse nazionali per la gestione del territorio”.
All’epoca dell’accordo, Anas aveva messo un bel pacco di milioni di euro, sotto forma di investimenti, progettazioni definitive o esecutive per opere pari a circa 380 milioni di euro, quali la Variante alla strada regionale 10 “Padana Inferiore”, la Variante alla strada regionale 62 “della Cisa” e la regionale 50 “del Grappa e del Passo Rolle”. La vicepresidente De Berti aveva commentato: “Con questo provvedimento si compie un passo ulteriore per la definizione di una governance che porterà ad un’unica società di gestione del patrimonio stradale, rendendola più efficiente e moderna”.