I dati diffusi dal monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute evidenziano una tendenza: se l'incidenza resta stabile (386 casi per 1000mila abitanti), crescono ancora i ricoveri anche in terapia intensiva. Su base settimanale i dati fino al 1 dicembre sono in leggero calo
L’Rt medio tra il 9 novembre e il 22 novembre è pari a 1,14, superiore alla soglia epidemica. Quando l’indice di trasmissibilità supera l’unità, significa che la pandemia da Covid in Italia è tornata a correre. E gli altri dati diffusi dal monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute evidenziano questa tendenza. Se l’incidenza dei casi è stabile e pari a 386 per 1000mila abitanti, cresce ancora l’occupazione dei posti ospedalieri da parte di pazienti Covid, sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive, che erano invece stabili la scorsa settimana.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale infatti al 3,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al primo dicembre) contro il 2,5% del 24 novembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,3% contro il 12 della settimana precedente. Con una conseguenza pratica: nuovi campanelli di allarme negli ospedali. Infatti, aumentano da cinque a sette, questa settimana, le Regioni in cui l’occupazione dei reparti ordinari da parte dei pazienti Covid si colloca sopra la soglia di allerta fissata al 15%. Si tratta di Emilia Romagna (17,1%), Friuli Venezia Giulia (20,6%), Liguria (27%), Marche (18,6%), Umbria (35,5%), Valle d’Aosta (17,9%) e Veneto (16%). L’occupazione delle terapie intensive si colloca invece per tutte le Regioni e Province autonome ancora sotto la soglia di allerta fissata al 10%, con i valori più alti registrati in Emilia Romagna (6,5%) e Abruzzo (6,1%).
“L’incidenza di nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2 in Italia è stabile rispetto alla scorsa settimana. Rimane contenuto l’impatto sugli ospedali, ma con tassi di occupazione dei posti letto in aumento sia nelle aree mediche che in terapia intensiva”, si legge nel monitoraggio. Sono ancora Emilia Romagna, Liguria e Marche le regioni italiane classificate a rischio alto per Covid, secondo le tabelle del monitoraggio settimanale di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, che l’Adnkronos Salute ha visionato. Il rischio è moderato in Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto. A rischio basso le altre regioni/pa (Bolzano, Calabria, Campania, Lazio, Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta).
Su base settimanale, 25 novembre – 1 dicembre 2022, secondo il bollettino del ministero diminuiscono leggermente i nuovi casi . In particolare si registrano 227.440 nuovi casi positivi con una variazione di -0,7% rispetto alla settimana precedente (229.135); 635 deceduti con una variazione di +9,5% rispetto alla settimana precedente (580); 1.324.969 tamponi con una variazione di +3,8% rispetto alla settimana precedente (1.276.986). Il tasso di positività è di 17,2% con una variazione di -0,7% rispetto alla settimana precedente (17,9%).