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Cronaca - 2 Dicembre 2022
È morto Francesco Pirini, uno dei sopravvissuti alla strage di Marzabotto. Nel 2011 il racconto agli studenti: “Uccisero tutti, donne e bambini”
I nazisti della 16esima divisione SS, il mattino del 29 settembre 1944, gli sterminarono la famiglia a Cerpiano. Ieri alle 5 del mattino è morto Francesco Pirini, tra gli ultimi testimoni dell’eccidio nazifascista di Monte Sole, dopo anni di malattia che lo aveva fermato a letto. Nato il 30 agosto 1927, ne aveva 17 il giorno della strage. Accompagnati dai fascisti locali, i soldati tedeschi sterminarono in pochi giorni circa 770 persone, tutti i civili trovati nelle località dell’Appennino bolognese tra Marzabotto e Monzuno. Tra le vittime la mamma di Francesco Pirini, Alfonsina (52 anni), la sorella Marta (12), quattro zie e otto cugini. Pirini quel giorno riuscì fortuitamente a scampare all’eccidio, allontanandosi con i partigiani e poi nascondendosi nel bosco a pochi metri dai luoghi dove si consumarono i tragici eventi, testimone di quanto accadde. Già orfano di padre, per diversi mesi pensò di essere rimasto unico superstite della sua famiglia, per poi scoprire che tra i pochissimi sopravvissuti c’era anche sua sorella Lidia, rimasta oltre 24 ore sotto i cadaveri (e poi ferita all’anca da un proiettile esploso da un soldato mentre scappava).
Dopo la Liberazione Francesco Pirini fa il ferroviere, nel 1955 si sposa e ha due figli. Per molto tempo tiene tutto dentro di sé: “Neppure a mia moglie riuscivo a dire cosa avevo vissuto”, raccontava. Poi l’occasione di parlare a dei bambini gli fa rompere il blocco e, per tantissimi anni, è stato un infaticabile accompagnatore di scuole e gruppi sui luoghi del Parco Storico di Monte Sole. In questo video alcuni passaggi di una di queste testimonianze, il 19 luglio 2011: “Non dimenticate i fatti, i colpevoli e i loro complici – scandiva con semplicità – ma soprattutto ricordate che queste cose sono rese possibili dalle guerre e da chi le alimenta, oggi come ieri”. Accoglieva tutti senza riserve e presentandosi con semplicità “ho fatto la quinta elementare”, confidava con il sorriso. Grande lettore di libri, che amava e sottolineare, “si accendeva quando vedeva racconti distorti dei fatti – ricordano a ilfattoquotidiano.it i monaci della Piccola Famiglia dell’Annunziata di Monte Sole – perché diceva che la verità non può essere sovvertita da nessuno, semplici o istruiti che siano”. “Mi sento contentissimo e più leggero dopo aver perdonato il maggiore Walter Reder, le SS e in particolare il suo sottufficiale Albert Mayer, che prima con una bomba e poi a colpi di pistola fece uccidere una quarantina di donne e bambini rinchiusi nell’oratorio” dichiarò ai cronisti nel 2006, quando decise di dichiarare ‘formalmente’ il suo perdono davanti al Tribunale militare di La Spezia durante il processo sulla Strage.
A Cerpiano si salvarono solo tre persone, coperte dai cadaveri. Tra loro la maestra Antonietta Benni, la suora che successivamente riuscì a trasformare in senso di responsabilità e impegno per la pace l’odio e la voglia di vendetta per quello che i nazifascisti avevano fatto davanti ai suoi occhi alla sua famiglia. “Per lui il perdono non fu mai cancellare i fatti ma guardarli in faccia e assumersene le responsabilità – chiariscono da Monte Sole – l’impegno a raccontare il massacro della sua gente lo portò ad approfondire un atto di perdono che un tempo aveva pensato impossibile e che, diceva, gli era fiorito in cuore, per rompere la catena dell’odio e delle vendette”. Ricordato per questa sua scelta, a suo modo rivoluzionaria, la testimonianza di Francesco Pirini era essenzialmente rivolta all’impegno contro la guerra: “Non racconto queste cose per alimentare odio, ma per dire che dobbiamo costruire un’umanità nuova e una Europa migliore”.
Il funerale si terrà sabato 3 dicembre alle 10 nella chiesa di Gardelletta, in provincia di Bologna.