Secondo il sindaco di Bergamo anche "molti" elettori "si allontanerebbero: "La 'deriva francese' tante volte auspicata da Renzi - con un Pd sempre più piccolo e sempre più a sinistra - diventerebbe un rischio concreto"
Per il momento è solo un’ipotesi evocata nel bel mezzo di un’intervista all’Huffington post, ma il messaggio del sindaco Pd Giorgio Gori non passa inosservato. Alla domanda. infatti, se rimarrebbe in un partito guidato da Elly Schlein, risponde: “Non lo so”. La deputata dem, ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna, proprio domenica 4 dicembre si candiderà per la corsa alla segreteria.
“Non conosco personalmente Elly”, ha dichiarato Gori, “anche se mi incuriosisce, trovo che abbia una bella energia. Fatico però a immaginare che possa essere lei a rilanciare il Pd, che ha la necessità di riconquistare milioni di elettori per tornare ad essere il primo partito del Paese”. Il primo cittadino ha ribadito, invece, il suo endorsement per l’attuale presidente della Regione Emilia-Romagna.
“Rispetto a questa sfida, Bonaccini mi pare sinceramente più attrezzato. In più – osserva Gori -, mi pare che intorno ad Elly, non certo per sua volontà, ci siano movimenti per nulla disinteressati”. Alla domanda se rimarrebbe in un Pd guidato da Elly Schlein, risponde: “Non lo so. Vivo questo congresso come un’ultima occasione di rilancio per il partito al quale ho convintamente aderito nel 2011. Ho condiviso la sua Carta dei Valori, aldilà delle leadership che si sono alternate. Oggi leggo che qualcuno vorrebbe mandare quella Carta al macero, e sospetto che siano gli stessi che vorrebbero Elly Schlein segretaria, per dare vita alla ‘rifondazione’. Rispondo quindi: dipende. Se i fondamenti del Pd non verranno stravolti rimarrò in questo partito. Altrimenti prenderò atto del fatto che il Pd è diventato un’altra cosa, e mi riterrò libero di decidere il da farsi”.
Secondo Gori, anche “molti” elettori “si allontanerebbero. La ‘deriva francese’ tante volte auspicata da Renzi – con un Pd sempre più piccolo e sempre più a sinistra – diventerebbe uno rischio concreto. Vogliamo darla vinta a Renzi? Io neanche per sogno”.
L’ex ministro dem Lorenzo Guerini, interpellato da Lapresse, ha sminuito le dichiarazioni del collega: “Nessuno se ne deve andare e tra l’altro Gori proprio non lo dice. In realtà la sua intervista pone temi importanti, che meritano di essere oggetto di attenzione. E soprattutto evoca l’esigenza di evitare una ‘deriva francese’ e minoritaria del Pd che sembra emergere da alcune suggestioni di queste ore sul nostro manifesto dei valori”. A Gori ha replicato anche Barbara Pollastrini: “Caro Giorgio, per quanto mi riguarda attualizzare la Carta dei valori deve servire per unire e guardare in avanti. Ho creduto nel Pd anche quando chi lo guidava voleva cancellare ogni spirito critico. Mi batterò perché il PD del dopo sia davvero una comunità dove le differenze possano riconoscersi e arricchirsi”.