Con la sconfitta contro il Giappone, le Furie Rosse hanno evitato l'incrocio agli ottavi con la Croazia (e con il Brasile ai quarti): incontreranno il Marocco. La squadra di Luis Enrique ha giocato senza motivazioni, sapendo che perdere sarebbe stato indolore
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Sicuramente in Spagna in molti conoscono i Fekkas. Sono tipici biscotti marocchini, croccanti, aromatizzati con semi di anice, semi di sesamo e acqua ai fiori d’arancio. Simili ai cantucci toscani. A dividere Spagna e Marocco d’altronde è giusto lo Stretto di Gibilterra, appena 14 km di mare. Senza dimenticare Ceuta e Melilla, le due enclavi dove ancora oggi i migranti muoiono tentando di entrare in territorio spagnolo. Ma qui si parla di calcio, di Mondiali e appunto di “biscotti”: chissà se ai giocatori della Nazionale allenata da Luis Enrique piacciono i Fekkas. Viene il dubbio che ne vadano matti, visto che con la sconfitta di ieri sera contro il Giappone (un clamoroso 2 a 1 per i nipponici), non solo hanno cacciato la Germania dal Qatar, ma hanno anche sapientemente evitato l’incrocio agli ottavi con la Croazia. Passando da seconda del girone, la Spagna incontrerà proprio il Marocco. E ovviamente sarà la favorita.
Le Furie Rosse non hanno perso apposta con il Giappone. Luis Enrique dopo la gara ha fatto vergognosamente lo gnorri, sostenendo di non aver saputo che per qualche minuto (quando la Costa Rica è passata in vantaggio con i tedeschi) la Spagna era perfino fuori dai Mondiali. Ma la verità è che il rischio era comunque presente e quindi gli spagnoli non potevano giocare per perdere. Una cosa però è certa: la Spagna ha giocato senza un briciolo (e qui si torna ai biscotti…) di motivazione. Svogliata, lenta, svagata. Il Giappone invece doveva vincere per passare e soprattutto nel secondo tempo la differenza di impegno è emersa in maniera quasi imbarazzante. Gli spagnoli non hanno nemmeno provato a pareggiare, tirando appena due volte in porta in tutta la seconda frazione.
E meno male che in una delle ultime sue dirette Twitch il ct Luis Enrique aveva profetizzato l’importanza di “dare spettacolo” nel calcio. Una lezioncina su come gli allenatori debbano prediligere il gioco d’attacco a quello difensivo, pena la morte del pallone. E con tanto di riferimento ai Mondiali in corso: “Tante squadre attaccano solo quando stanno perdendo”, bacchettava il ct. In effetti è quello che ha fatto il Giappone, ribaltando lo 0 a 1 iniziale nella ripresa, dopo un primo tempo difensivo. La Spagna invece non ha attaccato nemmeno quando è passata in svantaggio: ha fatto calcio orizzontale, possesso palla lento e sterile. Solo sbadigli, altro che spettacolo. Inevitabile pensare che nella testa dei giocatori ci fosse altro, la convinzione che una sconfitta in fin dei conti sarebbe stata tutt’altro che un problema.
Fare due calcoli non era troppo difficile, una volta conosciuto il sorprendente esito del gruppo F: Marocco qualificato come primo, Croazia solo seconda e Belgio clamorosamente eliminato. La Spagna sapeva che da prima del girone avrebbe affrontato i croati, vicecampioni del mondo in carica, con in vista un probabile incrocio ai quarti contro il Brasile. Sulla carta molto più comodo finire dall’altra parte del tabellone, dove superando il Marocco ai quarti gli spagnoli potrebbero giocare il derby iberico contro il Portogallo. Chissà come sarebbe andata se le partite del gruppo di Spagna e Germania si fossero giocate alle 16, prima delle sfide decisive del gruppo F. Un rimpianto anche per i tedeschi, che alla fine il loro lo hanno fatto battendo la Costa Rica 4 a 2.
La sconfitta della Spagna vanifica soprattutto l’impresa del Marocco, capace di chiudere al primo posto il proprio girone contro ogni pronostico, come non accadeva a una squadra africana dal lontano 1998 (allora fu la Nigeria). La nazionale di Regragui sperava quanto meno in un ottavo di finale alla portata, anche contro una Germania non al meglio. Invece ai marocchini tocca la Spagna, considerata una delle favorite per la vittoria dei Mondiali, dietro solo a Brasile e Francia. La dimostrazione che il calcio sa essere crudele. La sua bellezza, però, è che può essere pure imprevedibile. A volte quasi vendicativo. E allora il Marocco deve credere nella possibilità di compiere un’altra impresa e far pentire la Spagna per una sconfitta apparentemente indolore. L’appuntamento è per martedì 6 dicembre, alle 16: l’orario buono per mangiare i Fekkas, accompagnati da una bella tazza di tè alla menta, come da tradizione marocchina.