Un accordo sul tetto al prezzo del petrolio russo, ma non sul gas. L’Unione europea ha raggiunto un’intesa sul price cap a 60 dollari al barile come annuncia in un tweet la presidenza ceca. Un annuncio quello sull’oro nero salutato “con favore” dalla Casa Bianca e ovviamente da Bruxelles. “L’accordo dell’Ue sul tetto al prezzo del petrolio, coordinato con il G7 e altri partner, ridurrà in modo significativo le entrate della Russia – ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen – ci aiuterà a stabilizzare i prezzi globali dell’energia, a beneficio delle economie emergenti di tutto il mondo, e sarà regolabile nel tempo così da poter reagire agli sviluppi di mercato”.
I rappresentanti dei Paesi membri dell’Ue si sono riunti venerdì questa sera nel Coreper I (il Comitato dei rappresentanti permanenti, gli ambasciatori dei 27) per discutere del meccanismo di correzione del mercato del gas, in vista del Consiglio Energia straordinario del 13 dicembre. Le posizioni sono ancora distanti, quindi la riunione sarà con ogni probabilità interlocutoria, a quanto si apprende a Bruxelles. Dopo che non pochi Stati membri hanno criticato il testo presentato dalla Commissione (il ministro Gilberto Pichetto Fratin l’ha definito un “pannicello caldo” e la collega spagnola Teresa Ribera “uno scherzo di cattivo gusto”), la presidenza ceca del Consiglio Ue ha presentato una revisione della proposta di regolamento, che non modifica la natura del tetto, che resterebbe fissa. La presidenza pensa ad un tetto di prezzo rivisto lievemente al ribasso (da 275 a 264 euro), con un minor numero di giorni per i parametri che farebbero scattare il meccanismo, che così come presentato dalla Commissione non si sarebbe attivato neanche nell’agosto scorso, quando i prezzi del gas al Ttf sono schizzati sopra i 300 euro al megawattora. La riunione di questa sera sarà dedicata ad una prima revisione del testo approntato dalla presidenza.
Nei giorni scorsi Italia, Belgio, Grecia, Polonia e Slovenia hanno messo in circolo un documento tecnico che contiene alcune considerazioni sulla proposta della Commissione del 23 novembre e proposte alternative, per assicurare un meccanismo efficace ed in linea con il mandato del Consiglio Europeo. Nel documento dei cinque sono illustrate alcune caratteristiche essenziali che dovrebbero avere il meccanismo: la natura dinamica, la sua estensione alle transazioni Otc (Over-The-Counter, fuori mercato) e a tutti i future, non sono quelli con consegna ad un mese. Sulla base del documento, i cinque Paesi, cui si sono aggiunti Lituania e Malta, hanno presentato degli emendamenti congiunti al testo di regolamento del 23 novembre. Ieri, al fronte dei Paesi più ‘vocali’ si è aggiunta anche la Spagna, che ha presentato un non-paper che ha come punto di partenza proprio il documento dei cinque, del quale condivide gran parte degli elementi. La proposta spagnola si discosta dal documento dei cinque per quanto riguarda la composizione del cap dinamico. Al di là degli aspetti tecnici, pur cruciali in questa partita, viene confermata la presenza di un fronte di Stati membri che continua a prendere l’iniziativa, per tentare di fare in modo che l’esito dei negoziati sia il più possibile in linea con il mandato del Consiglio Europeo, cioè un corridoio dinamico di prezzo di carattere temporaneo per le transazioni di gas naturale, allo scopo di limitare immediatamente episodi di prezzi eccessivi del gas. Intanto ad Amsterdam il prezzo del gas ha chiuso sostanzialmente stabile a 139 euro.