Il leader di Forza Italia sull'isola annuncia che il deputato opterà per il seggio in consiglio regionale. A meno di tre mesi dalla politiche, dunque, si va verso le suppletive per l'uninominale del collegio Sicilia 2 per Montecitorio
A meno di tre mesi dalle politiche, si comincia già a ragionare di elezioni supplettive. Accade a Barcellona Pozzo di Gotto, provincia di Messina, dove il collegio uninominale per la Camera Sicilia 2 rimarrà presto scoperto. Alle elezioni del 25 settembre, infatti, ha vinto il centrodestra con Tommaso Calderone. Oltre che a Montecitorio, però, l’esponente di Forza Italia è stato eletto pure all’Assemblea regionale siciliana. Nello stesso giorno del voto per le politiche, infatti, i siciliani sono stati chiamati ad esprimersi pure sulle regionali.
Eletto sia all’Ars che alla Camera, ora Calderone avrebbe optato per il seggio a Palazzo dei Normanni. Lo ha annunciato il suo leader, Gianfranco Miccichè, intervenendo al Parlamento siciliano dopo le dichiarazioni programmatiche del governatore Renato Schifani: “Tommaso Calderone rimane qui, me lo ha confermato stamattina”, ha detto l’ex vicerè di Silvio Berlusconi in Sicilia, che negli ultimi tempi sta combattendo una faida interna contro Schifani, con effetti surreali come lo sdoppiamento del partito sull’isola.
La scelta di Calderone di rimanere all’Ars, se confermata nei tempi che la legge attribuisce per scegliere tra le due opzioni, renderebbe necessarie le elezioni suppletive nel collegio per attribuire il nuovo seggio alla Camera. Nel suo intervento Miccichè è tornato sulla lite interna che lo contrappone a Schifani, usando toni concilianti: “Non ho niente contro questo governo. E mi viene da ridere sentire che io starò all’opposizione: no. Sto in maggioranza. Forza Italia può stare fuori dalla maggioranza con un presidente di Fi? Presidente Schifani ragioni con la sua testa, che funziona molto bene. Come posso accettare che abbia deciso di restringere la maggioranza subito dopo essere stato eletto facendosi capo corrente di un partito? Faccia il presidente della Regione, faccia il padre nobile. Non vogliamo nulla, solo il bene della Sicilia: non faremo sconti” ha aggiunto Miccichè, rivolgendosi all’Ars al governatore Renato Schifani.