Dopo quattro anni esatti dall’avvio del servizio, è giunta a fine corsa l’esperienza del trasporto delle merci ad alta velocità ferroviaria. Ovvero la loro utilizzazione nelle ore notturne. Un’altra botta per la tanto sbandierata cura del ferro, nonostante i consistenti investimenti. Il transito di pesanti treni merci non è compatibile sulle linee veloci. I governi, che avevano promesso un utilizzo duplice della rete veloce sia per passeggeri sia per le merci, devono prendere atto del fallimento dell’utilizzo delle linee ad alta velocità.
Inoltre i treni ad alta velocita non sono appetibili per il mercato sia per gli alti costi gestionali che per i limiti di carico. Oggi si apprende che anche il treno Atr 500, svuotati dai sedili per accogliere le merci, non ha fatto gola al mercato del trasporto la cui ristrutturazione è costata milioni di euro. Il prevedibile, secondo gli esperti, fallimento si è verificato perché l’operazione, gestita da Mercitalia (gruppo Ferrovie dello Stato), ha potuto scaricare le perdite nel calderone della spesa inefficiente delle Fs.
Nonostante le corse di andata e ritorno in una sola notte tra Marcianise e Bologna (3 ore per tratta), il servizio non si è rivelato competitivo. I grandi gruppi commerciali presenti nell’interporto di Bologna non hanno modificato la loro filosofia di trasporto per una tratta che incide solo minimamente, 4-6%, delle loro spedizioni. Inoltre non era possibile caricare la merce pallettizzata perché le porte sono rimaste quelle dei passeggeri. Modificarle significava nuovi costi di ristrutturazione del treno, costi e tempi per le procedure di omologazione.
Il treno non aveva sistemi frigo per la catena del freddo e non poteva caricare farmaci. Non solo, la corsa di ritorno da Bologna a Marcianise arrivava troppo tardi per le esigenze di smistamento delle merci da parte dei corrieri campani. E’ l’ennesimo investimento andato a vuoto delle Fs (Cargoitalia) nel settore merci in questi anni. Una figuraccia plateale.
Negli ultimi quattro anni venivano riempite di merci solo tre carrozze su dodici. E’ anche così che la quota complessiva di trasporto merci italiana è la più bassa d’Europa (8%) e che la tanto invocata intermodalità per rilanciare il trasporto sostenibile non sfonda a causa di una gestione poco responsabile ed inefficiente delle Fs (Cargoitalia).