I cinque minorenni sono stati portati all'Istituto penitenziario penale minorile Beccaria di Milano. In carcere, ci è finito anche un giovane maggiorenne, mentre per altri due ragazzi sono stati predisposti gli arresti domiciliari
Pugni, calci ma anche colpi con manganelli e tubi di ferro. Un pestaggio in piena regola quello attuato da 8 ragazzi ai danni di due coetanei di origine indiana. Una brutale aggressione messa in pratica con la logica del branco, la stessa che li faceva sentire invincibili e li portava a farsi beffe delle forze dell’ordine sui social. Finché questa mattina non sono stati raggiunti dagli agenti della Squadra Mobile di Cremona che, su ordine della Procura, hanno attuato 8 misure cautelari: cinque minorenni sono stati portati all’Istituto penitenziario penale minorile Beccaria di Milano. In carcere, ci è finito anche un giovane maggiorenne, mentre per altri due ragazzi sono stati predisposti gli arresti domiciliari.
I fatti risalgono allo scorso 13 ottobre: le vittime furono ricoverate con numerose ferite, uno di loro aveva sul volto addirittura il segno della suola della scarpa di uno degli aggressori. Gli inquirenti sono riusciti a scoprire l’identità degli autori del pestaggio attraverso i filmati registrati dal sistema di video-sorveglianza e grazie alle testimonianze raccolte nelle ultime settimane. Si è rilevato, infatti, che la banda era solita sostare – durante l’orario di uscita di scuola – nei pressi della stazione.
Le forze dell’ordine, poi, hanno scoperto che gli aggressori si divertivano a prendere in giro i poliziotti, che in realtà erano già sulle loro tracce. “Sanno che siamo stati noi, ma anche oggi non ci siamo”, hanno scritto in un post Instagram, lasciando intendere di sentirsi invincibili. In totale le persone denunciate sono undici e adesso i presunti autori dell’aggressione dovranno rispondere per rapina e lesioni aggravate.
Nell’ordinanza che in cui si è richiesto di eseguire le otto misure cautelari nei confronti degli indagati, il Gip Giulia Masci ha scritto che sussistono le esigenze cautelari per la gravità dell’accaduto e per le “modalità di azione, indicative dell’assenza in capo a tutti loro di freni inibitori e del disprezzo per la vita umana. Un gruppo che non ha esitato ad accanirsi sulle persone offese, colpendole ripetutamente. Il fatto in sé, proprio per le allarmanti modalità esecutive, rende concreto ed attuale il pericolo di reiterazione criminosa”.