“Se c’è veramente una volontà politica, seria e concreta, a parte l’emergenza dell’ergastolo ostativo, io penso che bisognerebbe avere il coraggio di incominciare a parlare anche di una rivisitazione del codice di procedura penale“. È un j’accuse quello del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ieri durante il convegno organizzato all’Università “Magna Grecia” dal consigliere del Csm Fulvio Gigliotti sul tema dell’ergastolo ostativo. Un j’accuse non a un indirizzo preciso. Piuttosto a tutta la classe politica italiana che da anni sta demolendo la legislazione antimafia. “C’è un vento che è cambiato”. Ha ripetuto più volte Gratteri rivolgendosi al consigliere del Csm, Nino Di Matteo, che, poco prima aveva lanciato l’allarme di un possibile cambiamento della strategia delle organizzazioni mafiose che potrebbe ricordare quella stragista dell’inizio degli anni Novanta.
“C’è un vento che sta toccando varie parti, vari pezzi delle istituzioni. – ha sottolineato il procuratore di Catanzaro – Sta toccando un po’ tutta quella che è la legislazione antimafia. Io in questi anni, quando sono stato invitato a parlare in occasione delle stragi ho detto che ancora ci sono molti ‘gattopardi’ che salgono sui palchi a onorare Falcone e Borsellino e che, quando erano in vita, li hanno derisi, hanno sghignazzato, hanno parlato male poi nei comodi salotti o nelle cene. Però sono saliti sui parchi quando hanno visto che migliaia di ragazzi spontaneamente hanno occupato le strade le piazze”.
Gratteri è un fiume in piena e, tra gli applausi di centinaia di studenti, non le manda a dire: “Il vento è cambiato, sta toccando un po’ tutto”.
Il riferimento è alle modifiche fatte dal precedente governo: “Oggi, – è sempre Gratteri – se io avessi il potere, scriverei un articolo 1: ‘La riforma Cartabia va abolita, va abrogata’. Considerando che l’Europa ha detto che l’Italia dovrebbe velocizzare i processi, nessuno degli avvocati presenti può dire che la riforma Cartabia ha velocizzato i processi perché ha creato tre zebre, tre norme che impediscono dal punto di vista sostanziale di farlo entrare in vigore. Sfido chiunque con le riforme apportate dalla Cartabia a dimostrare cosa è possibile fare sul piano processuale. Se questo è il nuovo che avanza io sono molto preoccupato”. Nella parte dell’intervento, il procuratore di Catanzaro si rivolge nuovamente a Di Matteo: “Purtroppo – conclude Gratteri – il vento sta soffiando al contrario rispetto a ciò di cui c’è veramente bisogno per arginare le mafie, per arginare la corruzione, i reati contro la pubblica amministrazione, che sono spesso e sempre più intimamente connessi, e soprattutto il riciclaggio. Allora c’è veramente tanto da fare e ci vuole tanto coraggio. Chiederei a chi non ce l’ha, perché il coraggio non si vende al supermercato, che si metta da parte e lasci fare”.
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