Assemblee ed occupazione del Collettivo universitario autonomo che chiama in causa anche il rettore Zucchi. La risposta dell'ateneo rinnova la "riprovazione per gli attacchi alle comunità curde" (ma non dice niente sui legami con l'azienda statale che opera nella Difesa"
Occupazione per 48 ore del Polo Carmignani, assemblee, mobilitazione. Protagonisti gli studenti dell’università di Pisa che si riconoscono nel Collettivo Universitario Autonomo e che hanno preso questa decisione dopo un confronto sulla situazione in Rojava e dei popoli del Kurdistan. Il motivo principale della protesta è il rapporto tra l’ateneo pisano e la Leonardo, società partner per progetti di ricerca con il dipartimento di Ingegneria e che dall’altra parte ha fornito e fornisce tutt’ora gran parte delle armi all’esercito turco, come gli elicotteri T129 “Atak” utilizzati più volte dai turchi durante gli attacchi contro i curdi nelle diverse aree, dalla Turchia all’Iraq alla Siria. In una nota gli studenti del Collettivo autonomo definiscono l’università come “direttamente coinvolta nei crimini portati avanti dal dittatore Erdogan” e chiedono che venga fatta chiarezza sulle collaborazioni tra l’università e Leonardo. “Vogliamo sapere per chi e in funzione di che cosa sviluppiamo i nostri progetti di ricerca – si legge ancora nel comunicato – e soprattutto vogliamo la cessazione immediata di ogni rapporto fra l’Università di Pisa e aziende mortifere come Leonardo”.
Le proteste contro la partnership tra UniPi e Leonardo sono iniziate da tempo: anche nel 2019, per esempio, in occasione del JobMeeting organizzato dall’ateneo toscano, quando gli studenti avevano protestato contro la presenza di uno stand della società statale del settore della Difesa e anche per altri incontri all’interno dell’università ai quali erano stati invitati a parlare ingegneri della ditta. Ora la richiesta al rettore Riccardo Zucchi è di prendere una posizione chiara e di stralciare gli accordi con Leonardo:” Invitiamo l’intera comunità accademica a mobilitarsi in qualunque forma a sostegno del popolo curdo e della rivoluzione del Rojava”.
L’università in un comunicato ufficiale ha espresso la piena solidarietà ai curdi ma non ha aggiunto niente sul futuro del rapporto tra ateneo e Leonardo: “L’Università di Pisa esprime la propria forte riprovazione per questi attacchi, è solidale con le comunità curde colpite, chiede che si fermino tutte le operazioni militari nell’area e che si scongiuri una pericolosa escalation: occorre invece avviare un processo di reale pacificazione della regione, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati”.
Durante le ore di occupazione (terminata poii nella giornata di sabato) gli studenti e parte della cittadinanza pisana si sono riuniti venerdì davanti alla Torre di Pisa per un’azione di solidarietà verso la popolazione kurda, con striscioni e fumogeni, in una prima azione di mobilitazione per un pieno appoggio verso i popoli in Kurdistan: “Se con l’occupazione dell’Università abbiamo voluto lanciare sul piano cittadino la volontà di mobilitarci, con questa azione davanti ad uno dei luoghi più conosciuti e attraversati a livello mondiale, vogliamo che il messaggio sia internazionale: siamo solidali con i popoli in Kurdistan e con la rivoluzione del Rojava, continueremo a mobilitarci per difendere la possibilità di immaginarci un modo diverso di vivere e di organizzare la società”.
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La foto è stata pubblicata sulla pagina facebook Collettivo Universitario Autonomo Pisa