Tra il 2000 e il 2018 il dissesto idrogeologico ha causato 417 morti, 21 dispersi, 679 feriti e 159.184 evacuati: "L'Italia è un paese fragile, oltre il 16% del territorio è in aree ad elevato rischio idrogeologico e sono 6 milioni le persone interessate"
Alla vigilia della Giornata del suolo, istituita nel 2014 dalla Fao, il Wwf Italia lancia l’allarme: in Italia si perdono due metri quadri di suolo al secondo. “Per non ripetere altri drammi come quello di Ischia – ha detto Luciano di Tizio, presidente del Wwf Italia – l’ultima cosa che dobbiamo fare è continuare a costruire”.
Secondo i dati dell’Ispra, nel 2021 è stato raggiunto il valore più alto di consumo del suolo: la media è stata di 19 ettari persi al giorno. Oggi, 21.5000 chilometri quadrati del Paese sono cementificati e soltanto gli edifici occupano una superficie pari alla Liguria. Sul tema, il Wwf ha chiesto al Parlamento e al governo di approvare una legge che favorisca il recupero degli edifici inutilizzati e ostacoli nuove costruzioni nelle aree rimaste libere. Ma in Italia si discute di una legge contro il consumo del suolo dal 2012, che non è mai stata realizzata.
Il suolo perso avrebbe garantito l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che, non riuscendo a scalfire le superfici di asfalto e cemento, non hanno ricaricato le falde. Così si è aggravata la pericolosità idraulica dei territori. In Italia tra il 2000 e il 2018 sono morte 417 persone morte a causa del dissesto idrogeologico. Ma secondo Sigea, oltre al numero delle vittime, bisogna considerare il bilancio complessivo che comprende ventuno dispersi, 679 feriti e 159.184 evacuati.
“L’Italia è un Paese fragile, oltre il 16% del territorio è in aree ad elevato rischio idrogeologico e sono 6 milioni le persone interessate, che cioè vivono in aree di potenziale rischio – ha detto Luciano di Tizio – invece i dati ufficiali ci dicono che nel 2021 abbiamo raggiunto il picco di cementificazione del territorio degli ultimi 10 anni”.
Il consumo continuo del suolo, inoltre, incide anche sull’alimentazione. Infatti, quando nei suoli fertili mancano le giuste quantità di calcio, ferro, sodio, zinco, manganese e altri elementi, “la qualità dei cibi si impoverisce drammaticamente“. La Global Soil Partenership della Fao ha spiegato che: “Sono oltre 2 miliardi le persone che soffrono specificamente di una carenza grave di micronutrienti – e ha aggiunto – un suolo povero di nutrienti è incapace di produrre un cibo sano”.