L’Opec +, ovvero l’organizzazione che raggruppa molti dei principali paesi produttori di petrolio al mondo con l’aggiunta della Russia, ha deciso oggi di attenersi ai suoi obiettivi di produzione. Rimane quindi il taglio della produzione di 2 milioni di barili al giorno (il consumo globale quotidiano è di 100 milioni di barili circa) già parzialmente implementato e che durerà sino alla fine del 2023. La decisione arriva due giorni dopo che le nazioni del gruppo del G7 e l’Unione europea hanno deciso un tetto al prezzo del petrolio russo di 60 dollari al barile, con l’intento di ridurre gli incassi del Cremlino e le risorse disponibili per finanziare la guerra in Ucraina. Mosca ha detto di non accettare la decisione preannunciando contromisure.
Questo ha dato spazio a supposizioni sul fatto che l’Opec + potesse varare oggi una stretta ancora più forte di quella precedentemente annunciata. Al termine della riunione la Russia ha ribadito le sue critiche al price cap definendolo inefficiente e destabilizzante. “Venderemo petrolio e prodotti petroliferi ai Paesi che lavorano con noi sulla base delle condizioni di mercato anche se questo volesse dire che dobbiamo ridurre un po’ la produzione”, ha affermato il vice primo ministro russo Alexander Novak.I membri dell’Opec hanno affermato di essere pronti ad adottare azioni “immediate” per stabilizzare il mercato petrolifero qualora lunedì prossimo, con l’entrata in vigore delle nuove restrizioni per la Russia, dovessero verificarsi contraccolpi.
Tuttavia i timori per una frenata dell’ economia globale (e conseguente calo della domanda di petrolio) che potrebbe essere esacerbata dalla crisi energetica, hanno forse indotto i paesi membri a non tirare troppo la corda. Nei mesi scorsi gli Stati Uniti hanno accusato il cartello, e in particolare l’Arabia Saudita che ne è una sorta di leader di fatto, di supportare la Russia con la loro ostinazione a non volere aumentare la produzione. In questi giorni il petrolio brent (greggio di riferimento per i mercati europei) viene scambiato a 85,6 dollari al barile, in calo di circa il 10% rispetto ad un mese fa.