"Le segnalazioni sono arrivate dai miei colleghi a macchia di leopardo da tutti i municipi", ha spiegato Mario Rusconi. Ma il delegato all’edilizia scolastica per “Città Metropolitana” e gli assessori della giunta Gualtieri spiegano di avere rilevato pochissime situazioni critiche
È scontro sulla questione riscaldamento nelle scuole della capitale. Da una parte c’è Mario Rusconi, presidente della sezione di Roma dell’Associazione nazionale presidi, che denuncia come dall’inizio della stagione invernale tre scuole su dieci sono rimaste con i termosifoni spenti, dall’altra Città Metropolitana e il Campidoglio smentiscono, numeri alla mano, l’allarme del dirigente scolastico: in totale tra scuole dell’infanzia, primarie, medie e superiori ci sarebbero state solo dodici segnalazioni per problemi legati ai termosifoni.
Rusconi dall’altro canto, nemmeno di fronte ai dati forniti da Daniele Parrucci, delegato all’edilizia scolastica per “Città Metropolitana” e da Ornella Segnalini, assessore alle infrastrutture della giunta Gualtieri, fa alcun passo indietro: “Le segnalazioni sono arrivate dai miei colleghi a macchia di leopardo da tutti i municipi, dal I al IX fino al XIII. È mancata la manutenzione, alcuni impianti vanno in blocco, sono troppo vecchi. La maggior parte degli edifici risale a meno degli anni Settanta. Serve avere una calendarizzazione degli interventi e più controllo da parte dei municipi. A noi risulta che spesso i ragazzi restano al freddo nel bel mezzo di una lezione”.
Parole smentite da Parrucci: “Ho verificato con gli uffici e ci risultano solo due segnalazioni. Vogliamo ammettere che si tratti di un numero in difetto? Triplichiamolo pure ma stiamo parlando di sei casi su 270 scuole che gestiamo. Abbiamo un sistema di telecontrollo che ci permette di intervenire immediatamente”.
A non credere a Rusconi sono anche gli assessori all’Istruzione e alle Infrastrutture del Campidoglio, Claudia Pratelli e Segnalini. Interpellata dal fatto.it, quest’ultima presenta i numeri: “Da quando abbiamo acceso i riscaldamenti su 1200 scuole abbiamo avuto solo dieci segnalazioni. Non voglio dire che tutto va bene ma è un tema, quello degli impianti di riscaldamento, che è nella nostra agenda come priorità. Sappiamo che i nostri edifici hanno termosifoni e reti distribuzione vecchi. Risalgono agli anni Settanta/Ottanta, ma proprio per questo facciamo, prima dell’accensione, un’attività preventiva per verificare che tutto funzioni”.
Segnalini ha pronto anche un piano per l’efficientemento globale di 212 scuole che usufruirà di quattrocento milioni di euro di fondi governativi e del Comune. Non solo. La giunta capitolina punta ad avere cento edifici ad emissioni zero ed è pronta nel 2024 ad una nuova gare per l’affidamento della gestione degli impianti. “Vogliamo puntare sul fotovoltaico – spiega l’assessore – perché ci permetterebbe di tenere acceso il riscaldamento più ore. Stiamo intervenendo anche sugli infissi e stiamo mettendo il “cappotto” a molti edifici perché spesso abbiamo caldaie che funzionano al massimo ma aule che non riescono a superare i 18 gradi a causa della dispersione del calore”.
Una fotografia che Rusconi non condivide: “Ci sono stati pochi controlli così non c’è stato il tempo di prevedere eventuali guasti che puntualmente, come tutti gli anni, si sono presentati. Inoltre il Covid e la pandemia ci hanno costretto per due anni con le lezioni a singhiozzo e per intere settimane i ragazzi hanno seguito le lezioni da casa. In più occasioni avevamo chiesto di approfittarne per accelerare sugli interventi strutturali“.