Il caso della Juventus “non rimarrà il solo” e questo “ci permetterà di fare pulizia“. Così il ministro per lo Sport e per i giovani Andrea Abodi commenta gli ultimi risvolti dell’inchiesta della Procura di Torino, che ha travolto il club bianconero. Il ministro non parla solo di Juve, ma chiede una riforma di tutto il sistema calcio: “Abbiamo bisogno di sapere presto cosa sia successo e che vengano assunte decisioni per ridare credibilità al sistema, nel principio dell’equa competizione. Ed è evidente che negli ultimi anni non è successo”, ha spiegato Abodi. La Juventus è accusata di aver “truccato i bilanci” tramite una contabilità opaca, plusvalenzeartificiali” tramite lo scambio di giocatori e le due “manovre stipendi” in seguito alla pandemia Covid.

“Per quanto riguarda il caso Juventus si tratta di un club che probabilmente non rimarrà il solo. Ci permetterà di fare pulizia”, dice Abodi. A quali altri club si riferisce? Praticamente tutte le società italiane hanno difficoltà economiche, acuite dalla pandemia. Ma per ora l’inchiesta riguarda solo la Juventus, anche se il modus operandi del club bianconero si è avvalso, sempre secondo l’accusa, anche delle “partnership” con società terze tra cui “Sassuolo, Sampdoria, Atalanta”. C’è poi il processo sportivo sulle plusvalenze che, oltre alle Juventus, aveva coinvolto anche Napoli, Genoa, Sampdoria, Empoli, Parma, Pisa, Pro Vercelli, Pescara, Novara e Chievo. Tutte le società però erano state assolte.

“Sul tema della giustizia sportiva siamo al centro dell’attenzione, per merito o demerito di qualcuno, non sta a me dirlo. Noi come Comitato olimpico siamo un cantiere aperto, la peculiarità e le caratteristiche della giustizia sportiva sono la velocità, altrimenti è sempre perdente anche quando emette sentenze perfette”, dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel suo intervento durante la presentazione del nuovo volume sul codice di ‘Giustizia Sportiva e Ordinamento statale’ dell’avvocato della Figc Viglione, al quale era presente appunto il ministro Abodi. Malagò sottolinea che “la presenza del governo, qui con il ministro per lo Sport e i giovani e il vice ministro della giustizia Francesco Paolo Sisto, è fondamentale, quando non è successo le cose non sono andate bene”. “I vari mondi della giustizia devono dialogare – ha concluso il numero 1 del Coni – perché quando ci sono sentenze diverse non aiuta. Rispettando le autonomie si deve comunque cercare una condivisione“.

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