Le persone non vaccinate nel nostro Pese sono 6,7 milioni. Per quanto riguarda i nuovi vaccinati, nel periodo 25 novembre-primo dicembre sono diminuiti dell’1,3%, dai 1.084 della settimana precedente a 1.070.
Vaccinazioni anti Covid-19 ancora in calo in Italia, casi stabili ma sottostimati e ricoveri in aumento. È la fotografia restituita dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana dal 25 novembre al primo dicembre. L’immunizzazione è in decremento sia nella prima dose (-1,3%) sia nella terza e la quarta (che al momento ha una copertura del 26,9%), mentre sulla quinta non si hanno ancora dati ufficiali; le persone non vaccinate nel nostro Pese sono 6,7 milioni. Per quanto riguarda i nuovi vaccinati, nel periodo 25 novembre-primo dicembre sono diminuiti dell’1,3%, dai 1.084 della settimana precedente a 1.070. In controtendenza la fascia d’età fra 5 e 11 anni, che registra un incremento del 3,4% rispetto alla settimana precedente con 213 nuove vaccinazioni, pari al 19,9%. Diminuiscono invece del 12,7% le prime dosi fra gli over 50 (407).
Ancora quasi 7 milioni di persone non vaccinate – Al 2 dicembre, prosegue la Fondazione Gimbe, sono 6,79 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Di queste, 6,10 milioni sono attualmente vaccinabili, pari al 10,6% della platea (dall’8,1% del Lazio al 14,1% della Valle D’Aosta) e 0,69 milioni sono temporaneamente protette in quanto guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari all’1,2% della platea (dallo 0,8% della Valle D’Aosta al 2,2% del Friuli Venezia-Giulia). Per quanto riguarda la terza dose, al 2 dicembre risultano 40,3 milioni di somministrazioni,”con una media mobile a 7 giorni di 2.643 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 2.784 della settimana precedente. In base alla platea ufficiale (47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84,6%: dal 78,6% della Sicilia all’88,5% della Lombardia. Sono 7,34 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster. Di queste, 5,64 milioni possono riceverla subito, pari all’11,8% della platea (dal 7,5% del Piemonte al 19,7% della Sicilia) e 1,7 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 3,6% della platea (dall’1,8% della Sicilia al 5,9% del Veneto). Per la quarta dose, il tasso di copertura nazionale è del 26,9%, con nette differenze regionali: dal 12,1% della Calabria al 40,3% del Piemonte. Il monitoraggio osserva che la platea comprende 19,1 milioni di persone, 12,3 milioni delle quali possono riceverla subito, mentre 1,7 sono guarite da meno di 120 giorni e 5,1 milioni l’hanno già ricevuta.
Ricoveri e decessi in aumento – Nella settimana fra il 25 novembre e il primo dicembre, rispetto alla precedente, i ricoveri con sintomi sono aumentati dell’11,1% (845 in più, da 7.613 a 8.458), e i ricoveri nelle terapie intensive sono aumentati del 28% (70 in più, da 250 a 320). LNello stesso periodo si osserva anche un aumento dei decessi pari al 9,5% (da 580 a 635, ossia 55 in più, 14 dei quali riferiti a periodi precedenti). – In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, dopo aver raggiunto il minimo di 203 il 10 novembre, sono saliti a 320 il primo dicembre; in area medica, dopo aver raggiunto il minimo di 6.347, l’11 novembre, hanno raggiunto quota 8.458 il primo dicembre, osserva il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti. Al primo dicembre, prosegue, il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 13,3% in area medica (dal 5% della provincia autonoma di Bolzano al 35,5% dell’Umbria) e del 3,2% in area critica (dall’1% della provincia autonoma di Bolzano al 6,5% dell’Emilia-Romagna). “Aumentano gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – rileva – con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi al giorno rispetto ai 30 della settimana precedente”.
I nuovi casi di Covid-19 sono rimasti sostanzialmente stabili nella settimana fra il 25 novembre e il primo dicembre rispetto alla settimana precedente, secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Tuttavia “il numero dei nuovi casi settimanali non è più un indicatore affidabile della circolazione virale, sottostimata almeno del 50%”,rileva il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta. Il numero dei positivi non è affidabile, aggiunge, “sia per l’utilizzo diffuso di tamponi ‘fai da tè, sia per il mancato testing di persone asintomatiche o paucisintomatiche”. Cartabellotta osserva inoltre che, “a partire da fine settembre, il tasso di ospedalizzazione sul totale dei positivi è raddoppiato sia per l’area medica (da 0,8% a 1,62%) sia per la terapia intensiva (da 0,03% a 0,06%) e il numero dei decessi continua a salire, raggiungendo numeri che non si registravano da metà agosto. In questo contesto preoccupa che, a fronte dell’aumentata circolazione virale, continuino a diminuire le somministrazioni delle quarte dosi per anziani e fragili, lasciando scoperte quasi tre persone su quattro”.
I nuovi casi di positività – Per quanto riguarda i nuovi casi positivi, il monitoraggio indica infatti che in 7 giorni è avvenuta una flessione da 229.122 a 227.420, che equivale a meno lo 0,7%. Nei casi attualmente positivi si osserva un aumento del 3%, pari a 14.712 (da 492.457 a 507.169) e le persone in isolamento domiciliare sono il 2,8% in più, pari a 13.797 / da 484.594 a 498.391). Si osserva un aumento dei tamponi totali (+3,8%): dai 1.276.986 della settimana dal 18 al 24 novembre ai 1.324.969 della settimana fra il 25 novembre e il primo dicembre. In particolare, osserva la Fondazione Gimbe, i tamponi rapidi sono aumentati del 4,3% (+45.858), mentre quelli molecolari dell’1% (+2.125) (figura 4). “La media mobile a 7 giorni del tasso di positività rimane stabile al 13,5% per i tamponi molecolari – si legge nel monitoraggio – e si riduce dal 18,8% al 17,8% per gli antigenici rapidi”.
“Sul fronte dei nuovi casi settimanali non si registrano sostanziali variazioni (-0,7%): dai 229 mila della settimana precedente si attestano a quota 227 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera i 32 mila casi al giorno”, osserva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. In sette regioni si registra un incremento dei nuovi casi (dal 5,7% della Basilicata al 14,4% della Liguria) e in 14 si rileva invece un calo (dal -0,6% dell’Emilia-Romagna al -21,1% della provincia autonoma di Bolzano). La situazione è altrettanto eterogenea nelle 107 province italiane: in 41 si rileva un aumento dei nuovi casi (dal +0,7% di Bergamo al +48,6% di Reggio Calabria), mentre in 66 si osserva una diminuzione (dal -0,3% di Salerno al -25,2% di Sondrio). In 25 province, inoltre, L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti: Rovigo (911), Vicenza (711), Padova (711), Ferrara (710), Venezia (634), Treviso (618), Forlì-Cesena (609), La Spezia (582), Verona (577), Mantova (575), Teramo (562), Pescara (560), Fermo (542), Genova (541), Ancona (538), Reggio nell’Emilia (538), Lodi (537), Pordenone (534), Massa Carrara (526), Ravenna (524), Pavia (515), Bologna (508), Cremona (505), Torino (502), Gorizia (501).