“Nella zona, dal 2000, sono già 20mila i metri quadrati di verde in meno. Le normative nazionali indicano che per ogni abitante ci debbano essere almeno nove metri quadri di verde. In questo territorio ci fermiamo a soli 3,3″. Sono molto agguerriti i cittadini del Comitato Area Verde San Lorenzo a Greve. Al di là degli annunci fatti dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, il capoluogo toscano non è esattamente la “città verde” che si cerca di dipingere. Per questo Gianfranco Angeli, facendosi portavoce del Comitato, non ha intenzione di lasciare che il Comune autorizzi la costruzione di un nuovo complesso parrocchiale a Ponte a Greve, nella periferia sud ovest della città. “Altri 5mila metri quadrati di cemento che andrebbero a ridurre ulteriormente il polmone verde della zona – spiega Angeli al ilfattoquotidiano.it -. Una cementificazione progressiva iniziata con la costruzione del centro commerciale Coop di Ponte a Greve”.
L’area dove la Curia ha intenzione di costruire la nuova chiesa, il cosiddetto “Campone”, il giardino di San Lorenzo, fa parte dei dei 35mila metri quadri di verde che erano stati preventivati per alleviare l’impatto ambientale della costruzione del centro commerciale. Di questo spazio dedicato alla mitigazione dei danni dovuti al consumo di suolo, dopo vent’anni, sono rimasti solo i 15mila metri quadri del “Campone”. “Asilo, orti sociali, due palazzine popolari e il parcheggio scambiatore della tramvia: sono tutti stati costruiti in quell’area verde che doveva servire ad alleviare l’impatto ambientale”, racconta Angeli. Ed è sempre da lì che la Diocesi e Palazzo Vecchio contano di ricavare lo spazio necessario a costruire la nuova chiesa.
Il primo passo del programma che porterà alla realizzazione del progetto prevede che tra Comune e Diocesi ci sia una permuta di terreni, perché il lotto dove la Curia vuole costruire è di proprietà comunale. Dopodiché, contiguamente alla creazione del nuovo complesso, Palazzo Vecchio investirà 600mila euro di fondi europei per la “riqualificazione” del giardino di San Lorenzo. “Il sindaco ci a fatto una sorta di ricatto“, racconta Angeli. Dopo che il Comitato ha raccolto 1600 firme contro la costruzione della chiesa nello spazio del “Campone”, rendendosi disponibile al dialogo per trovare una soluzione alternativa, Nardella ha convocato un’assemblea pubblica. Avvenuta nel maggio del 2022, la riunione ha visto la partecipazione dell’amministrazione comunale, del Quartiere e di alcuni cittadini. “Hanno parlato solo loro. Ci hanno fondamentalmente spiegato come i 600mila euro stanziati per la riqualificazione del giardino di San Lorenzo siano vincolati alla costruzione della chiesa. Invece dovrebbe trattarsi di due cose diverse. Se quei soldi sono stati messi a disposizione della comunità per un investimento su uno spazio pubblico, perché devono essere collegati alla realizzazione di un progetto privato? Senza considerare che il giardino di San Lorenzo è tutt’altro che degradato. Andrebbe semplicemente salvaguardato”.
Secondo il Comitato, il valore aggiunto sarà tutto a favore della Curia che “senza spendere un euro avrà in proprietà un terreno di privilegio, prezioso, pubblico e in una posizione strategica”. “Tutto questo in cambio di un terreno più piccolo, abbandonato e in gran parte già ad uso pubblico”, continua Angeli, commentando la permuta approvata nel 2021 tra Diocesi e Comune. L’Arcidiocesi di Firenze, in cambio di un terzo del giardino di San Lorenzo, ha ceduto due terreni. Il primo, 3630 metri quadrati l’area di fronte all’asilo Gallo Cristallo, è a circa 100 metri dal luogo dove è prevista la costruzione del nuovo complesso: “È praticamente accanto ed è già loro. Noi vorremmo che la chiesa fosse costruita lì, ma non sono d’accordo. Il motivo è che situato dietro la Coop e quindi in una zona meno prestigiosa rispetto a quella della Campone”, spiega il portavoce. Secondo le istituzioni locali e la Diocesi, invece, cambiare destinazione al progetto aumenterebbe i costi e ritarderebbe il tutto di anni. “Il fatto – ribattono dal comitato – è che si tratta di un’area incolta e abbandonata da tempo. Necessita di interventi rilevanti e costosi per essere fruibile come spazio verde. Non si può pensare che sostituisca il giardino di San Lorenzo”.
Anche il secondo terreno (6.010 mq, ndr) ceduto a compensazione è frutto di perplessità per i residenti. Il motivo è che si trova a 1,2 chilometri da San Lorenzo, quindi non fruibile dagli abitanti. “Tra l’altro, nonostante venga fatta passare per una ‘nuova area verde’, quel lotto è già definito come zona di verde attrezzato, curato e mantenuto dal Quartiere – commenta Angeli -. Non porterà alcun beneficio, né ai cittadini, né alla riduzione dell’inquinamento dell’aria e delle isole di calore”.
Il tema dell’inquinamento è molto caro agli abitanti. Il traffico intenso porta a San Lorenzo oltre 20mila auto al giorno e, come riporta Lega Ambiente, nella zona i livelli di biossido d’azoto superano tre volte i limiti consentiti. Il dato sull’inquinamento atmosferico è stato fatto presente anche in una istanza inviata dai legali del Comitato a Comune, assessori e Regione. Nel documento si diffidano le istituzioni a procedere con la costruzione del complesso parrocchiale, minacciando azioni legali. “Stiamo raccogliendo i fondi necessari per portare al Tar la vicenda – dice il portavoce -, quella zona è stata destinata ad alleviare l’impatto ambientale della Coop. Non può essere ridotta ulteriormente”