Martedì scorso è stata la Giornata internazionale di solidarietà con la popolazione palestinese e Amnesty International ha fatto il punto della situazione. Nel 2022 le forze israeliane hanno intensificato le azioni militari in Cisgiordania compiendo centinaia di raid e imponendo numerose nuove chiusure che hanno ulteriormente limitato il movimento dei palestinesi. Secondo le Nazioni Unite, il 2022 è stato il peggiore anno dal 2005 per numero di palestinesi uccisi da parte delle forze israeliane: 127 finora, tra cui molti minorenni.
I coloni israeliani hanno portato a termine centinaia di attacchi violenti contro i palestinesi durante la recente stagione della raccolta delle olive: aggressioni, sradicamenti o incendi di migliaia di alberi, distruzione di veicoli e di abitazioni, con la protezione dei soldati israeliani. Dall’inizio del 2022, secondo l’organizzazione palestinese Addameer, le autorità israeliane hanno emesso 1789 ordinanze di detenzione amministrativa confermando una netta tendenza al loro aumento. Alla data del 26 novembre erano 820 i palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane, a tempo indeterminato e senza accusa né processo, sulla base di informazioni segrete cui non c’è modo di avere accesso.
Tra i palestinesi sottoposti alla detenzione amministrativa c’è Ahmed Manasra, arrestato a 14 anni e che ha sviluppato gravi problemi di salute mentale.
Ad agosto le forze israeliane hanno ucciso, ferito o sfollato civili nella Striscia di Gaza, compiendo in tutta apparenza crimini di guerra. Sempre ad agosto, le forze israeliane hanno fatto irruzione negli uffici di Addameer, al-Haq, Difesa internazionale dei bambini-Palestina, Unione dei comitati del lavoro agricolo, Centro “Bisan” per la ricerca e per lo sviluppo, Comitato dei lavoratori della sanità e Unione dei comitati delle donne palestinesi confiscando documenti e attrezzature. Le forze israeliane hanno ordinato la chiusura dei loro uffici sigillandone gli ingressi. L’anno scorso queste organizzazioni erano state dichiarate “terroriste” ai sensi della legge israeliana.
Continuano poi gli sgomberi forzati e le demolizioni. A Masafer Yatta, in Cisgiordania, 1150 persone rischiano di essere sfollate con la forza da parte delle autorità israeliane, che la settimana scorsa hanno demolito una scuola privando 23 bambine e bambini del loro diritto all’istruzione. Se Israele porterà a termine le demolizioni e le espulsioni, si tratterà di trasferimenti forzati, un crimine contro l’umanità. Sempre la settimana scorsa, le autorità israeliane hanno demolito per la 209esima volta il villaggio di beduini palestinesi, non riconosciuto ufficialmente, di al-Araqib, nel deserto del Negev/Naqab.