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La Germania apre le porte all’immigrazione di manodopera qualificata. Il parlamento tedesco approva la prima parte della riforma

La riforma offre prospettive di integrazione duratura nel mercato del lavoro tedesco agli stranieri extra Ue. Benefici immediati per 137mila persone. Il Bundestag ha anche approvato una modifica alle procedure di asilo per renderle più rapide, sia innanzi all’autorità di immigrazione, sia nei contenziosi in tribunale

Più migranti extracomunitari e diritto di asilo più facile. Il parlamento tedesco ha approvato venerdì 2 dicembre la prima legge, di un pacchetto di tre presentate dal governo, per assicurare manodopera qualificata all’industria nazionale. Lo Chance-Aufenthaltsrecht offre ora prospettive di integrazione duratura nel mercato del lavoro tedesco agli stranieri extra Ue. Immigrati sinora “tollerati” perché non possono essere espulsi a causa delle condizioni sociali e politiche nel paese di provenienza. La misura è stata approvata con 371 voti favorevoli, 226 contrari e 57 astensioni in terza votazione. Tra gli astenuti 20 deputati Cdu, molti del vecchio governo Merkel, come l’ex capo della Cancelleria, ed attuale presidente della commissione parlamentare bilancio, Helge Braun, in aperta polemica con la direzione di Friedrich Merz.

Chi al 31 ottobre 2022 vive da almeno cinque anni in Germania e non ha precedenti penali, otterrà un permesso di soggiorno preventivo di 18 mesi per poter così raggiungere le condizioni per ricevere un diritto di permanenza di lunga durata. Per quest’ultimo è necessario essere incensurati, conoscere la lingua e garantire di potersi mantenere economicamente. Lo spirito della riforma è quello di dare maggiori possibilità di restare in Germania a quanti in effetti sono già integrati vivendoci da molti anni, senza però godere ancora di uno status sicuro. Per i partiti di maggioranza è una soluzione “win-win” che delinea una politica di immigrazione più umana, economicamente efficace, assicurando anche maggior sicurezza, di cui potranno approfittare più di 137mila persone a cui verranno risparmiate lunghe procedure e attese.

La AfD (estrema destra) ha rifiutato la riforma ed anche Cdu e Csu hanno accusato il governo di fornire un segnale sbagliato e di essere ideologicamente poco disposto ad eseguire l’allontanamento dei non aventi diritto. Pure Linke ha recriminato, contestando che non si chieda un’identificazione certa prima di concedere il permesso di soggiorno provvisorio. Secondo i critici il meccanismo non dà sicurezze dopo la scadenza dei 18 mesi e la legge non regola i casi futuri. La normativa voluta dalla “coalizione semaforo” esclude tuttavia espressamente i pregiudicati, e chi nasconde la propria vera identità per sfuggire all’espulsione. In piena linea con questo principio, a fine novembre i ministri degli Interni dei singoli Länder avevano già concordato con la ministra dell’Interno statale Nancy Faeser (Spd) di bloccare le espulsioni verso l’Iran, ad eccezione dei colpevoli di reati o dei sospettati di terrorismo.

Il Bundestag ha anche approvato una modifica alle procedure di asilo per renderle più rapide, sia innanzi all’autorità di immigrazione, sia nei contenziosi in tribunale. Viene istituito un Ufficio di consulenza estraneo all’Autorità, al quale i migranti potranno ora ricorrere per farsi aiutare prima e durante la procedura. La nuova legge, al contempo, facilita però le espulsioni per chi infrange la legge. La ministra Faeser ha dichiarato che il nuovo pacchetto “offre un vero cambio di prospettiva”. Persone ben integrate e già diventate parte della società tedesca hanno buone chance di fermarsi a lungo in Germania, ponendo fine al concatenarsi di permessi di soggiorno di breve termine, e viene rafforzata fin dall’inizio lo status dei richiedenti asilo. Permettendo l’immigrazione regolare, viene anche prolungata da tre a sei mesi la detenzione di quanti sono in attesa di espulsione, affinché non possano sottrarvisi, ed i respingimenti saranno più spediti.

Il Consiglio dei ministri ha licenziato altre due parti della riforma dell’ immigrazione, che dovranno essere ora discussi in Parlamento. Si tratta dell’estensione del diritto di cittadinanza e della nuova Fachkräftzuwandrungsgesetz, volta a favorire l’accesso di nuova mano d’opera qualificata da paesi extra Ue. Prevede che i candidati dall’estero ricevano un punteggio per le loro qualifiche, esperienza, conoscenza della lingua, età, ed affinità con la Germania (avervi svolto più viaggi, avere già avuto un datore di lavoro tedesco, avere parenti in Germania). Chi ha un buon punteggio potrà entrare così in Germania anche senza contratto di lavoro, per mettersi alla ricerca di un impiego e lavorare poi anche in ambiti diversi dalla propria qualifica. In certi settori, ad esempio nel campo informatico, sarà anche ammissibile prescindere dalla conoscenza del tedesco (la Germania conterebbe di acquisire in tal modo molti tecnici in fuga dalla Russia). Le soglie sarebbero dunque molto più basse di quelle previste per i laureati con sistema della Carta blu UE (contratto o certezza del posto, impiego in accordo con la qualifica, e stipendio minimo). Secondo quanto riferito dal ministro del Lavoro Hubertus Heil (Spd) la Repubblica Federale tedesca, d’altronde, entro il 2035 ha bisogno di 7 milioni di specialisti.

In Germania, ha rilevato il capo della Cdu Friedrich Merz alla ZdF a fine novembre, esiste però già una Fachkräfteeinwanderungsgeset, ma ci sono 2,5 milioni di senza lavoro e 1,9 milioni di posti liberi. Il paese non sfrutta le risorse che ha: le rappresentanze tedesche non distribuiscono i visti; dagli Stati UE non si immigra perché le condizioni sono inadeguate e le imposte troppo elevate. Per attirare forza lavoro specializzata occorrerebbe migliorare prima l’attrattività della Germania. Strizzando un occhio all’elettorato populista -come aveva già fatto parlando di “turismo sociale” per la libertà di circolazione dei rifugiati ucraini- ha evidenziato che ci sono già molte persone che non sono utilizzabili dal mercato perché non hanno qualificazioni. Proprio per questo, d’altronde, il governo, combattendo una decina di giorni fa l’ostracismo della Cdu, ha congegnato il sostegno all’accesso stabile nel mercato del lavoro attraverso la riqualificazione professionale col reddito di cittadinanza.