L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) ha chiuso l’istruttoria relativa al progetto di modifica del modello di remunerazione dei prelievi in circolarità da Atm (gli sportelli bancomat, ndr) con carte del circuito Bancomat, presentato dal consorzio Bancomat a cui aderiscono 122 istituti di credito italiano. Secondo l’Antitrust il nuovo modello di remunerazione configurerebbe una restrizione della concorrenza a danno dei consumatori e causerebbe un aumento delle commissioni di prelievo.
Secondo l’attuale regime la banca che ha emesso la carta utilizzata per il prelievo versa una commissione interbancaria di 47 centesimi di euro (Mif) all’istituto che è titolare dello sportello presso cui i soldi vengono ritirati. La banca emittente può poi caricare a sua volta una commissione sul suo cliente. Possibilità ma non obbligo, le banche più piccole, con pochi sportelli ad esempio tendono a non farlo. Nella riforma proposta dal consorzio bancomat sarebbe invece la filiale in cui avviene il prelievo di contante a decidere se e quale tariffa applicare al cliente con un massimo di 1,5 euro. La riforma era chiesta soprattutto dagli istituti più grandi e con più sportelli.
Al termine di un’articolata istruttoria, l’Autorità ha però rilevato che il nuovo progetto configurerebbe una restrizione della concorrenza e un aumento significativo delle commissioni medie di prelievo. Inoltre Bancomat non ha fornito prova, singolarmente e dettagliatamente, che sussista ciascuna delle quattro condizioni previste dall’art. 101.3 che avrebbero potuto condurre ad una esenzione in deroga. In particolare, il circuito non ha dimostrato la presenza di una relazione diretta tra la diminuzione della rete degli sportelli Atm e l’attuale modello di remunerazione e, dunque, le eventuali efficienze che sarebbero derivate in tal senso dall’introduzione del nuovo modello. In sostanza l’Antitrust dice che il fatto che gli sportelli stiano diminuendo non dipende dal fatto che sono poco remunerativi, o addirittura un costo, per le banche.
Secondo l’Antitrust gli sportelli sono diminuiti a seguito di concentrazioni bancarie, di scelte societarie degli istituti di credito e anche di logiche di ottimizzazione che possono non dipendere dal mero prelievo. Ad esempio, anche in zone ad alta densità di prelievi, come quelle turistiche o fortemente commerciali, un numero troppo elevato di sportelli può risultare non efficiente. Si tratta di una circostanza che trova riscontro nei dati acquisiti secondo cui – a fronte di una contrazione della rete (tra il 2015 e il 2021 il numero delle filiali è sceso del 28,4% e quello degli Atm del 13,9%) – si è registrata una crescita degli Atm per ciascuno sportello. Le evidenze sull’assenza di un legame tra il calo di Atm e il modello di remunerazione utilizzato sono peraltro coerenti con i riscontri ricevuti in istruttoria dalle altre Autorità nazionali di concorrenza.