Credit Suisse sta realizzando una ricapitalizzazione da 4 miliardi di franchi di cui una fetta consistente verrà sottoscritta dalla Saudi National Bank, la più importante banca commerciale del paese che diventerà azionista al 9,9%. L'intervento di bin Salman rafforzerebbe ulteriormente la presenza araba nell'azionariato
Secondo giorno di rialzo per il titolo di Credit Suisse che, dopo 13 sedute consecutive di calo, si riporta sopra i 3 franchi. Le azioni sono arrivate sino a 3,17 franchi (3,2 euro), salvo poi ripiegare. Lo slancio è arrivato con le indiscrezioni, pubblicate dal Wall Street Journal, di un intreessamento per la banca da parte del principe regnante saudita Mohammed bin Salman. Il principe, accusato dalla Cia di essere il mandate dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Ahmad Khashoggi, potrebbe investire nel gruppo elvetico fino a 500 milioni di dollari, sebbene non sia chiaro se lo farebbe attingendo a risorse private o tramite fondi sovrani dell’Arabia Saudita. Credit Suisse sta realizzando una ricapitalizzazione da 4 miliardi di franchi di cui una fetta consistente verrà sottoscritta dalla Saudi National Bank, la più importante banca commerciale del paese che diventerà azionista al 9,9%. L’intervento di bin Salman rafforzerebbe ulteriormente la presenza araba nell’azionariato.
Domani si chiude il termine per scambiare i diritti assegnati agli azionisti per sottoscrivere l’aumento riservato al mercato, da cui la banca punta a raccogliere oltre 2 miliardi. I diritti danno la possibilità di comprare le azioni a 2,5 franchi con un rapporto di 2 nuove azioni ogni 7 titoli già in possesso. La banca svizzere è stata costretta a varare l’aumento per finanziare il piano di ristrutturazione che prevede la ri focalizzazione sul business della gestione dei grandi patrimonio e una graduale uscita dalle attività più rischiose accompagnate da almeno 9mila licenziamenti. Coinvolta negli scandali Greensill e Archegos, il gruppo svizzero ha chiuso i primi 9 mesi del 2022 con perdite per 5,9 miliardi di franchi e preannunciato un rosso di 1,5 miliardi per l’ultimo trimestre. Soprattutto ha subito un deflusso di capitali che, secondo le stime di Jp Morgan, a fine anno potrebbe superare i 100 miliardi di franchi. Nei giorni scorsi il presidente Axel Lehmann è intervenuto in più occasioni per rassicurare sul fatto che l’esodo dei capitali si sarebbe ormai arrestato.