L’amministrazione comunale di Verona ha cominciato a rimuovere i braccioli che una quindicina di anni fa erano stati piazzati nel mezzo della seduta di circa 500 panchine per impedire che le persone potessero distendersi a dormire. L’iniziativa è stata annunciata dalla giunta di centrosinistra di Damiano Tommasi, che ha cominciato l’intervento dalla zona di Teatro Romano e Veronetta. Proseguirà poi in piazza San Zeno e in altre zone della città. “Intendiamo restituire le panchine alla loro finalità sociale” dichiara l’assessore all’arredo urbano Federico Benini, che qualche settimana fa aveva inaugurato le cosiddette “panchine inclusive”, con una parte tagliata nel mezzo che consente l’inserimento di una carrozzina per disabili. Adesso cambiano le “panchine anti-bivacco”, che furono volute dall’allora sindaco Flavio Tosi, che militava nella Lega Nord (oggi è parlamentare e consigliere comunale di Forza Italia). “Crediamo che l’inclusività passi anche attraverso l’arredo urbano, con le aree pubbliche dotate di strutture che oltre a garantire il ristoro favoriscono anche la socializzazione” aggiunge l’assessore Benini.
Gli operai comunali stanno smontando il maniglione che divide in due parti le panchine. Una decisione in linea con l’impostazione della giunta Tommasi, che nel programma elettorale aveva inserito l’esigenza di togliere barriere o forme di intolleranza sociale. E’ un problema risalente nel tempo, se si pensa che nel 1997 a Treviso il sindaco-sceriffo Giancarlo Gentilini divenne famoso per aver fatto letteralmente togliere le panchine (“Servono agli immigrati” aveva spiegato), un modo a suo dire per portare decoro e sicurezza in città.
La svolta di Tommasi ha provocato la reazione dell’ex sindaco Tosi. “Toh le anime belle della sinistra! Togliere i braccioli dalle panchine non è ‘inclusione’, non è ‘umanità’. Umanità è dare strutture accoglienti ai meno fortunati, non lasciare sbandati sulle strade. – dichiara – E’ umanità incentivare i senzatetto a dormire distesi al freddo sulle panchine? Invece la mia amministrazione, senza tanti proclami, forniva loro un letto caldo, attivando i servizi sociali del Comune”. Tosi accompagna un post con la foto di una panchina al Central Park “nella civilissima New York”, e aggiunge: “Capisco che sia molto più facile togliere i braccioli e dire: ‘Hai visto che buoni noi che siamo, contro quel cattivone di Tosi?’. Non è un bello spettacolo per famiglie, bambini, anziani che vorrebbero usufruire dei parchi pubblici e delle panchine, vedere persone – chiunque esse siano, italiani, stranieri, ricchi, poveri, adulti o adolescenti – dormire bellamente stravaccate. Affermare il contrario è la fiera dell’ipocrisia buonista, quella ammantata di virtù pubbliche (per fare bella figura) e dei vizi (ergo indicibili pensieri) privati”.
Sul tema dell’assistenza ai poveri era finito sotto tiro anche il precedente sindaco, Federico Sboarina, che ora è con Fratelli d’Italia. Tosi critica anche lui: “Questa è ipocrisia, la filosofia che permea il concetto di decoro urbano della sinistra e quindi della giunta Tommasi, che sta riuscendo addirittura a fare peggio del predecessore in quanto a ordine pubblico. Risultato? La città è un concentrato di accattoni molesti ovunque, sporcizia e degrado dilagante”.
Positivo, invece, il giudizio della Ronda della Carità, un’associazione di volontariato che dal 1995 si occupa dei senza tetto nel capoluogo scaligero: “La rimozione dei braccioli è un gesto che ha un grande significato” dice il presidente Alberto Sperotto. “Non vedevamo l’ora che ciò accadesse. I braccioli erano un segnale bruttissimo, il tentativo, attuato negli anni, di allontanare dal salotto di Verona le persone senza dimora, per mandarle in periferia”. Le soluzioni al problema di chi non sa dove dormire? “Non sono nemmeno più i dormitori, che possono servire per l’emergenza. Servono progetti di autoinserimento, dove le persone trovino una casa e siano seguite, recuperando relazioni familiari e opportunità di lavorare”. C’è una differenza tra la giunta Tommasi e quelle precedenti? “C’è molta aspettativa, anche se i posti di accoglienza in più per il momento sono pochi. Abbiamo invitato il sindaco e gli assessori a venire con noi di notte, per vedere com’è Verona quando si accendono le luci. Speriamo che ciò possa accadere”.