Nelle carceri italiane si sono tolte la vita 79 persone in undici mesi: si tratta del dato più elevato degli ultimi dieci. Il numero emerge da uno studio del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Oggi ne è stata pubblicata un’anticipazione da cui è emerso che – tra i detenuti che si sono suicidati nel 2022 – 74 erano uomini e 5 donne. L’età media, invece, è di 40 anni. Riguardo alla nazionalità, 46 persone erano italiane, mentre 33 straniere.
La maggior parte dei detenuti che si sono tolti la vita hanno deciso di farlo con la stessa modalità: 71 persone, infatti, si sono suicidate per impiccamento. Inoltre, dei 79 casi di suicidio registrati, 33 riguardano persone con fragilità personali o sociali: ad esempio senza fissa dimora e persone con disagio psichico. Il dato sul numero dei suicidi è ancora più allarmante se rapportato al numero di detenuti presenti nelle carceri italiane: nel 2022, infatti, la popolazione detenuta è nettamente inferiore rispetto a quella di dieci anni fa. Nel 2012 c’erano 11.687 detenuti in più, ma con 23 suicidi in meno rispetto a quelli registrati quest’anno.
Il Garante dei detenuti, in riferimento ai dati emersi, ha spiegato: “Un quadro complessivo che non può non preoccupare e interrogare un’Autorità di garanzia che ha il compito di vigilare sul rispetto dei diritti delle persone private della libertà, a cominciare dal diritto alla vita e alla dignità, pur con la consapevolezza che la decisione di porre fine alla propria vita si fonda su un insieme di cause e di ragioni intimamente personali”. E ha aggiunto: “Le condizioni della vita detentiva o la durata della pena ancora da scontare o della carcerazione preventiva spesso non sembrano risultare determinanti nella scelta di una persona detenuta di togliersi la vita. Troppo breve è stata in molti casi la permanenza all’interno del carcere, troppo frequenti sono anche i casi di persone che presto sarebbero uscite”.