Prendo spunto dalla riorganizzazione del ministero della Salute che è stata approvata. Oggi il ministero si articola in direzioni generali, coordinate da un segretario generale, e quindici uffici dirigenziali generali. Con l’emendamento del governo, il ministero si articolerà in quattro dipartimenti e dodici uffici dirigenziali generali. Ciascun dipartimento è coordinato da un capo al quale dipendono funzionalmente gli uffici di livello dirigenziale generale.
Ogni persona che va “al potere” ha in testa delle modifiche che sono lontane dalla vera riorganizzazione sanitaria per salvare il servizio sanitario nazionale. Prima si parla di dirigenti e di amministrativi che, speriamo, abbiano idee sane per una sanità migliore. Una sanità più pubblica e meno privata. Perché le notizie quotidiane sono allarmanti. Senza possibilità di ritorno se nessuno interviene. Così in pochi giorni abbiamo saputo di una dipendente di una grossa struttura lombarda privata accreditata che, incentivata, spingeva per offrire visite ed esami privati a cittadini che avevano bisogno. Il tutto al telefono! Molto più gravi i servizi della puntata di Report in cui vengono spiegate le cose che io dico da tempo.
Case di comunità inutili, dispendiose e con carenze organiche assolute. La mancanza cronica di medici e infermieri non potrà mai permettere a queste strutture di salpare. Sono strutture intermedie fra medici di base e ospedale, non concludono nulla per il cittadino. Pensate che hanno spiegato che se una persona viene visitata in quelle poche aperte e gli viene chiesta una visita specialistica devono recarsi dal proprio medico di base per farsela prescrivere! Ma non solo. Alcune strutture pubbliche stanno affittando spazi ai privati per la loro attività. Uno scandalo immenso. Ma perché non si vuole veramente svoltare? Perché nessun partito, di destra o di sinistra, vuole essere onesto in sanità?
Potrebbe ad esempio fare propria, e non lasciarmi solo, la mia idea veramente utile a tutti. Invertiamo la rotta partendo proprio dalla medicina del territorio. Facciamola diventare pubblica, non più privata accreditata, strutturandola negli ospedali con reparti e turni 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Avranno a disposizione tutto e il cittadino uscirà da un’unica struttura con la diagnosi e la terapia. Questo primo filtro permetterà di alleggerire il pronto soccorso di tutti quei casi che non necessitano di urgenza.
Perché non ascoltare gli onesti? Perché dimenticare chi ha dato tanto? Come Francesco Zambon che ci ha messo la faccia. Erano tutti con lui quando serviva parlarne. Poi gli eroi vengono dimenticati e “disturbano”. Io credo invece che uno di quei posti di capo dipartimento spetterebbe a lui, visto che la politica ha nominato un altro ministro. Possibile che nessuno lo convochi? Le parole di questi giorni sono schiaccianti.
“Eppure da quel giorno tutto cambiò. Cambiò del tutto e per sempre in tutte le dimensioni della vita. Sono stato il ‘segnalatore di illeciti’ più famoso dell’Oms dalla sua costituzione ai giorni nostri. Negli altri Paesi, quelli più avanzati, chi fa una segnalazione di illeciti viene considerato un eroe. Nel nostro Paese invece uno spione, un infame. Quel giorno di maggio ero molto tranquillo e quando feci la segnalazione fui rassicurato dai miei grandi capi. E feci forse il più grande errore della mia vita, o certamente quello che mi costò più caro. Riassumo il tutto solo in una sensazione: quella di scivolare su una discesa ghiacciata di un profondo burrone. Nel fondo non c’è nessuna luce. E più mi sforzo di aggrapparmi a qualcosa più scivolo giù. Le persone ti chiedono ‘come stai?’ e tu tagli corto nel modo più sbrigativo possibile, perché quello che ti è successo non si può spiegare. O è troppo complicato, o non interessa, oppure ‘ma sì, vedrai che tutto si risolverà’. Invece no. Non si è risolto proprio niente. Anzi. La situazione, se possibile, è peggiorata. E’ una bella giornata di sole autunnale. Non ci voglio pensare”.
Pensiamoci tutti insieme a non dimenticare le persone oneste. Riempiamo il vicolo per salvare la sanità pubblica italiana e la salute dei cittadini. Senza se e senza ma.