A trainare l'economia sono gli investimenti. Molto incerte le previsioni sull'inflazione che dovrebbe dimezzarsi il prossimo anno ma su cui gravano le incognite di guerra e prezzi energetici
Il Prodotto interno lordo italiano è previsto in crescita quest’anno del 3,9% per poi subire una brusca frenata nel 2013 quando dovrebbe fermarsi a + 0,4%. Lo comunica l’Istat nel suo Report sulle prospettive per l’economia italiana. La previsione è sostanzialmente in linea con quella del governo che negli ultimi documenti di finanza pubblica si attende una crescita del 3,7% nel 2022 e dello 0,3% nel 2023. La frenata dovrebbe concentrarsi a cavallo tra 2022 e 2023, nella seconda parte del prossimo anno l’economia dovrebbe tornare a crescere. Secondo il Rapporto Istat gli investimenti costituiranno l’elemento di traino dell’economia italiana sia nel 2022 (+10%) sia, seppur in misura più contenuta, nel 2023 (+2%). A giugno Istat stimava +2,8% per il 2022 e per il 2023 +1,9%.
L’inflazione è prevista in discesa nei prossimi mesi, anche se con tempi e intensità ancora incerti. Nella media del 2022 dovrebbe collocarsi all’8,2% per poi ridursi al 3,6% nel 2023. L’andamento dei prezzi al consumo sarà inevitabilmente influenzato dall’andamento dei prezzi energetici legato anche alle questioni geopolitiche, a cominciare dalla guerra in Ucraina. Naturalmente l’inflazione del 2023 è data dal confronto con i prezzi del 2022 che già incorporano gran parte dell’impennata dei prezzi legati alla guerra, un rallentamento è quindi in qualche misura fisicologico. Quest’anno e il prossimo l’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (Ula), segnerà una crescita superiore a quella del Pil con un aumento più accentuato nel 2022 (+4,3%) rispetto a quello del 2023 (+0,5%). Il miglioramento dell’occupazione (quota di persone che lavorano sul totale della popolazione attiva) si accompagnerà a quello del tasso di disoccupazione (persone in cerca di lavoro sul totale della popolazione attiva) che scenderà sensibilmente quest’anno fino all’8,1% per poi registrare un lieve rialzo nel 2023 (8,2%).
Oggi l’agenzia di rating Fitch ha rivisto la sua stima sull’Italia riducendo da – 0,6 a – 0,1% la contrazione del Pil attesa nel 2023. “Manteniamo la nostra previsione per una contrazione a partire dal quarto trimestre, basata sull’elevata esposizione allo shock del prezzo del gas e sull’impatto dell’aumento dei prezzi sui consumi privati, ma abbiamo ridimensionato questo impatto e ora stimiamo la crescita complessiva del 2022 al 3,7%. Abbiamo anche ridotto la nostra previsione di contrazione nel 2023 di 0,6 punti percentuali a -0,1% su un miglior contributo dal quarto trimestre e sul leggero allentamento della crisi del gas” spiegano gli analisti in una nota.