Cultura

La storia dei marmi del Partenone che (forse) torneranno a casa

Della restituzione dei fregi del Partenone si disquisisce da secoli, vista anche la brutalità con cui all’inizio dell’Ottocento Lord Elgin, ambasciatore britannico, fece trafugare 75 metri di antichissimi marmi (su 160 totali) dal tempio del V secolo a.C. sull’Acropoli dedicato alla dea Atena. L’obiettivo? Decorarci la sua villa in Scozia

di Francesco Canino

Dopo anni di pressing, contatti più o meno segreti e campagne a favore del rientro in patria, i marmi del Partenone potrebbero presto tornare ad Atene. Quanto presto non è dato saperlo, per la verità, perché come facilmente comprensibile la trattativa è di quelle lunghe, complesse e con molti attori in gioco. Eppure, questa volta potrebbe essere molto più vicina di quanto si poteva anche solo lontanamente immaginare lo scorso agosto. In piena estate, infatti, Jonathan Williams, vicedirettore del British Museum che da due secoli custodisce frontoni, metope e fregio dell’iconico tempio greco, aveva aperto uno spiraglio spiegando che il museo “era pronto a cambiare la temperatura del dibattito”: tradotto, l’ente era disponibile a riaprire i colloqui, complice la decisa spinta dell’Unesco, che aveva esortato le parti in causa a risolvere il problema a livello internazionale e politico.

Del resto, della restituzione dei fregi del Partenone si disquisisce da secoli, vista anche la brutalità con cui all’inizio dell’Ottocento Lord Elgin, ambasciatore britannico, fece trafugare 75 metri di antichissimi marmi (su 160 totali) dal tempio del V secolo a.C. sull’Acropoli dedicato alla dea Atena. L’obiettivo? Decorarci la sua villa in Scozia. Finì che i fregi, trasportati via mare fino a Londra, vennero poi acquisiti dal British Museum e sono diventati nel corso dei decenni una delle meraviglie del museo tra i più visitati al mondo. Negli anni non sono mancati i tentativi da parte della Grecia di ottenere la restituzione del “maltolto” e se fino ad ora tutte le proposte sono andate a vuoto, le ultime indiscrezioni lasciano trasparire la possibilità di una svolta inattesa. “Nei giorni scorsi ci sono state trattative segrete a Londra. Secondo le autorità greche, la possibilità che un giorno i marmi possano tornare ad Atene non è solo ‘eccitante, ma anche concreta’”, scrive Repubblica. Ma che cosa ha innescato questo ottimismo? Prima ci sarebbe stato un incontro all’ambasciata greca di Londra, poi un secondo in un albergo deluxe a Knightsbridge dove, scrive il quotidiano ellenico Ta Nea, si sarebbero incontrati il presidente del British Museum ed ex Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, e il primo ministro greco, Kyriakos Mitsokatis. Quest’ultimo, durante “un incontro alla London School of Economics ha parlato di ‘progressi, finalmente’, e che ‘è possibile una soluzione win-win’, che accontenti entrambe le parti”. Chi per ora non ha commentato sono i vertici del British Museum, il quale non ha alcuna intenzione di “smantellare la sua collezione”, ma non ha smentito le trattative con il Governo greco.

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