Sono 3.104 gli emendamenti alla manovra depositati in commissione Bilancio alla Camera. Di questi la maggioranza ne ha presentati 617 (285 Fratelli d’Italia, 136 Forza Italia, 151 Lega e 45 Noi Moderati), anche se la richiesta della premier Giorgia Meloni era di limitare il numero visti i tempi strettissimi per chiudere l’esame della legge entro il 31 dicembre. La maggior parte è firmata dal Pd, con 957 emendamenti, e dal Movimento 5 Stelle, con 772. Alleanza Verdi e Sinistra ne ha presentati 191, Azione – Italia Viva – Renew Europe 311, il gruppo misto 23, il misto +Europa 93 e il misto – minoranze linguistiche 133. Dalle Commissioni, infine, ne sono giunti 7. Nel frattempo dalla riunione tra Meloni e i partiti di centrodestra emergono alcune modifiche già in pista, in primis l’estensione del mese in più di congedo parentale pagato all’80% anche ai papà. Possibili cambiamenti anche sul fronte delle assunzioni dei giovani e delle pensioni minime.

Il calendario dei lavori in commissione Bilancio prevede per sabato 10 dicembre, in mattinata alle 11, la dichiarazione di inammissibilità. Subito dopo, alle 14, scadrà il termine per eventuali ricorsi. Infine, alle 19 ci sarà la dichiarazione definitiva di inammissibilità. Domenica 10, invece, scadrà alle 15 il termine per gli emendamenti segnalati e dunque da esaminare con priorità, che prevede un limite massimo di 450: 200 della maggioranza e 250 dell’opposizione. Nel corso della settimana la commissione Bilancio sarà al lavoro per arrivare, presumibilmente, a domenica 18 con la votazione finale sul testo, con l’approdo in aula che è stato previsto per il 20 dicembre.

Le opposizioni sono sul piede di guerra. “Avevamo già pronti più di mille emendamenti – sottolinea il capogruppo di Avs in commissione Bilancio Marco Grimaldi – ma, alla fine, abbiamo deciso di depositarne 200 di merito per non dare alibi alla maggioranza. Certo, chiedono rispetto a noi e poi ne fanno 600 loro: le prassi si rispettano se c’è il rispetto delle opposizioni e dei regolamenti”. “Tsunami parlamentare” di 772 emendamenti, invece, dal Movimento cinque stelle che promette battaglia “per invertirne radicalmente la rotta della manovra in favore di persone in difficoltà e per una maggiore equità fiscale”. Dal Terzo Polo ne arrivano, invece, 311. Corposo il pacchetto di proposte di modifica del Pd con quasi mille emendamenti (957). “Meno tasse sul lavoro e salario minimo. Quattordicesima pensionistica e Opzione donna. Più soldi per sanità e scuola. Transizione 4.0 e credito d’imposta investimenti Sud. Stop condoni e norme su Pos e contante. Più tasse sugli extraprofitti” sono gli emendamenti Dem riassunti dal responsabile economico Antonio Misiani.

La partita, dunque, per il momento, sembra in salita, complicata anche dai tempi stretti per il dibattito (si va in Aula il 20 dicembre) ma soprattutto dalle esigue risorse a disposizione: i 400 milioni a disposizione per le modifiche parlamentari di cui una parte da destinare all’opposizione, a partire dal Terzo Polo, quantomeno per provare a garantire alla manovra un percorso meno accidentato. Forza Italia insiste sulle proprie battaglie: oltre al Superbonus anche l’innalzamento delle pensioni minime che secondo quanto riferito dalla capogruppo in Senato Licia Ronzulli dovrebbe poter trovare spazio. “Abbiamo bisogno ancora di qualche giorno – spiega sempre Ronzulli – per trovare delle migliorie anche per la decontribuzione delle nuove assunzioni di giovani under 35 che sarà probabilmente spostata da 6mila a 8mila”. Intanto dall’Intergruppo parlamentare della Camera per le Donne, i Diritti e le Pari opportunità, arriva un emendamento bipartisan, siglato da 29 deputate e deputati per potenziare il piano strategico contro la violenza sulle donne.

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