Un parterre de rois davvero affollato. Con il rompicapo, per gli organizzatori, di trovare un posto adeguato per tutti, seguendo le precise regole del cerimoniale
L’ex Palco Reale della Scala è grande, molto grande. Collocato proprio di fronte al palcoscenico, sopra l’entrata principale della platea, occupa il posto di sei palchi ordinari. Eppure stavolta è stato difficile sistemare tutte le autorità, perché la Prima del Godunov vede una partecipazione straordinaria. Così c’è voluto del bello e del buono per trovare la quadra, cerimoniale alla mano. Per la rappresentazione arriveranno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sarà accompagnato dalla figlia Laura, la premier Giorgia Meloni con il compagno e la numero uno della Commissione europea Ursula von der Leyen. Doppio, quindi, l’inno che sarà eseguito dall’orchestra: quello di Mameli e l’Inno alla Gioia di Beethoven.
Ci saranno anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, anche lui con la moglie, e il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Ancora, i ministri al Made in Italy Adolfo Urso e delle Riforme Maria Elisabetta Casellati. E poi il sindaco di Milano Beppe Sala insieme alla compagna e il governatore della Lombardia Attilio Fontana con la figlia. Non è finita. Sul palco reale dovrebbero prendere posto anche la vicepresidente della Corte Costituzionale Daria De Pretis con la figlia, il prefetto Renato Saccone con la moglie e il segretario generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti.
Insomma, un parterre de rois davvero affollato. Con il rompicapo, per gli organizzatori, di trovare un posto adeguato per tutti, seguendo le precise regole del cerimoniale. Non è stato facile comporre questo complicato puzzle. Alla fine la quadra è stata trovata accogliendo Sangiuliano in un palco attiguo a quello centrale e Casellati e Urso in platea. Tutti, nel luogo più prestigioso, proprio non ci stavano. Basta guardare la piantina del teatro. L’ex palco reale della Scala ha quattro file di sedie. Nella prima sono previsti quattro posti, ma è abbastanza larga per inserire una poltrona in più. E’ già avvenuto, quando allo spettacolo hanno assistito dei Pontefici, da Giovanni XXIII a Paolo VI fino a Giovanni Paolo II. Poi ci sono la seconda e la terza fila e qui sono disposte sei sedie, tre per ogni lato. Chiude la quarta, che ha solo due poltrone.
Altro problema da risolvere. La presenza contemporanea del Capo dello Stato e del presidente del Consiglio non è prevista dal protocollo. Ma c’è un precedente e anche allora si trovò un accomodamento. Accade nel 2011 quando furono ospiti insieme Giorgio Napolitano e Mario Monti per assistere al Don Giovanni di Mozart; l’allora premier è sempre stato un fedele frequentatore del Piermarini, prima, durante e dopo il suo mandato da presidente del Consiglio.
Ma cosa recita, appunto, il cerimoniale? Nella prima trovano posto i capi di Stato o di governo, poi le teste coronate ospiti e il sindaco di Milano. Ricordiamo così qualche particolarità. Negli anni passati il presidente Mattarella è sempre stato accompagnato dalla figlia Laura. Sandro Pertini si accomodava invece in platea, volendo rimarcare la sua distanza da ogni tipo di privilegio: la sua presenza alla serata inaugurale è stata sempre in forma privata. Palco centrale, invece, per Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano.
E i presidenti del Consiglio? Nel 2004 arrivò Silvio Berlusconi, nel 2006 Romano Prodi con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Nel 2015, l’anno dell’Expo di Milano, si schierò Matteo Renzi. Forfait nel 2013 invece per Enrico Letta, ma alla Scala c’erano Giorgio Napolitano e l’allora presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. E i reali? Il 7 dicembre 1987 il Piermarini ospitò l’attuale re d’Inghilterra Carlo III. Anche in quell’occasione si rappresentò il Don Giovanni di Mozart, diretto da Riccardo Muti. Non c’era Lady Diana.
La presenza contemporanea di tanti politici ha provocato anche, nel programma, l’allungamento di dieci minuti dell’intervallo. Tutti in coda per salutare il direttore d’orchestra Riccardo Chailly. Primo fra tutti il presidente Mattarella, al quale una rappresentanza dei lavoratori consegnerà una lettera contro i tagli alla cultura. Il mondo del teatro internazionale. Alla prima della Scala non possono mancare le principali istituzioni musicali europee e le loro guide: Alexander Neef dell’Opéra di Parigi, Joan Matabosch del Real di Madrid, Elisabeth Sobotka, designata alla Staatsoper di Berlino dal 2024, Valenti Oviedo del Liceu di Barcellona, Thomas Angyan storico direttore artistico del Musikverein di Vienna.
Fra gli artisti di casa nostra annunciati il regista Luca Guadagnino e gli attori Stefano Accorsi, Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco. Dal della danza, di cui la Scala è protagonista, i primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Marco Agostino e Alice Mariani, oltre all’étoile Roberto Bolle. Ci sarà anche il nipote di Carla Fracci e Beppe Menegatti, Giovanni Menegatti. Lo scrittore Alessandro Baricco è una delle presenze del mondo della letteratura, con lui gli slavisti Fausto Malcovati e Cesare Giuseppe De Michelis, l’editore Luca Formenton (il Saggiatore), il ceo di Adelphi Roberto Colaianni. Poi il sovrintendete della Pinacoteca di Brera James Bradburne, gli architetti Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano, Mario Botta e Italo Rota.
Attesi il direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi e Andrée Ruth Shammah, direttrice del Franco Parenti. Per la Rai in sala il presidente Marinella Soldi e l’amministratore delegato Carlo Fuortes. Dall’Università Bocconi il presidente Mario Monti insieme al suo successore Andrea Sironi, l’ambasciatore Sergio Romano, il giornalista Ferruccio De Bortoli presidente dell’associazione benefica Vidas. Non poteva mancare Natalia Aspesi, storica protagonista nel raccontare il costume e la società. Il gruppo degli italiani all guida di teatri e festival è altrettanto fitto: Alexander Pereira del Maggio Musicale (ed ex sovrintendente della Scala prima di Dominique Meyer), Fortunato Ortombina della Fenice, Michele dall’Ongaro di Santa Cecilia, Claudio Orazi del Carlo Felice, Fulvio Macciardi del Comunale di Bologna e il già sovrintendente della Scala Carlo Fontana.