Le proteste, soprattutto poco prima dell’alzarsi del sipario, sono sempre state un grande classico della Prima al Teatro alla Scala. Di fronte al Piermarini, che quest’anno attende il presidente Mattarella, la premier Meloni e anche la presidente della Commissione europea von der Leyen, hanno protestato moltissime categorie: dagli operai agli animalisti. Quest’anno il via alle manifestazioni, più o meno civili, sono iniziate prima. Cinque persone hanno lanciato vernice – rosa, gialla e blu- contro l’ingresso del Teatro dove questa sera si inaugura la stagione operistica con il Boris Godunov. Gli agenti del dispositivo di sicurezza hanno bloccato i cinque imbrattatori che sono cinque attivisti del gruppo “Ultima generazione”. Sono state sporcate la locandina dell’opera e una porta di ingresso. Le persone sono state raggiunte dalla polizia e saranno denunciato. Il gruppo era stato notato questa mattina da una pattuglia di poliziotti in servizio in zona ed è stato subito bloccato dopo l’azione. Con loro avevano un cartello “Ultima generazione – no gas no carbone“.
Poco fa a Milano atto vandalico contro il Teatro alla #Scala. Imbrattata la locandina del #BorisGodunov. pic.twitter.com/Se0vTb2nG5
— ROBERTO ZICHITTELLA (@ROBZIK) December 7, 2022
Un buongiorno per l’evento culturale più importante per la città di Milano che segue le polemiche per la scelta – avvenuta molto prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina – dell’opera russa di Musorgskij. “Si tratta di un’opera russa e non sono mancate le polemiche quasi che questa scelta potesse essere interpretata come un atto politico a favore dei russi nella guerra contro l’Ucraina – ha sottolineato il sindaco Giuseppe Sala nella prima puntata del suo podcast Buongiorno Milano dedicato al senso del 7 dicembre, Sant’Ambrogio. giorno della festa del patrono della città -. Però mi sembrano polemiche mal poste, il Boris Godunov in realtà è una grande riflessione sulla verità e sui drammi connessi alla dittatura”. Secondo il sindaco inoltre “non è pensabile oltretutto che, per il fatto che non si voglia appoggiare la politica di un Paese, sia necessario cancellare la cultura dello stesso – ha concluso -. Specie se si tratta di un’esperienza come quella russa che in gran parte ha ispirato le radici della nostra sensibilità europea”.