Credo che “la politica soprattutto in una democrazia debba entrare con molta molta delicatezza e possibilmente il meno possibile nelle manifestazioni del pensiero”. Così Alessandro Di Battista, presentando il suo libro “Ostinati e contrari – voci contro il sistema” (edizioni PaperFirst) alla fiera della piccola e media editoria Più libri più liberi, rispondendo a una domanda di Marco Lillo sui “limiti della libertà di manifestazione del pensiero”. Per Di Battista “proibire per legge la manifestazione di un pensiero” non “riduce la manifestazione del pensiero stesso”. “Il libero pensiero è il prezzo che la democrazia, se è democrazia, deve pagare”, ha aggiunto Di Battista.
Della stessa idea Alessandro Barbero, intervenuto alla presentazione e tra gli intervistati del libro. “I divieti di esprimere certe posizioni sono deleteri e pericolosissimi“, ha detto Barbero, citando l’esempio di Robert Faurisson. “Tu sai perfettamente che è un cretino – ha spiegato lo storico – E sei sconvolto a vedere che per decenni si è discusso delle sue tesi. E la prima reazione potrebbe essere che hanno anche ragione a stabilire che non ha il diritto di dire queste cose. Invece bisogna un attimo fermarsi e chiedersi ‘chi lo stabilisce? il governo?'”. “Nessun governo nessun politico deve mai avere il diritto di dire questa opinione storica non può essere espressa perchè noi sappiamo a priori che è sbagliata e quindi vietiamo di esprimerla”.