La Croazia entra a far parte dell’area Schengen dal 1 gennaio 2023. Per la prima volta dopo dieci anni, un altro Paese contribuirà ad allargare il gruppo di Stati con libera circolazione di beni, capitali e persone, dopo la decisione di oggi dei ministri dell’Interno. Obiettivo non ancora raggiunto, invece, da Romania e Bulgaria che possono vantare un largo sostegno tra gli Stati membri, ma che devono fare i conti con il veto di alcuni componenti del Consiglio Ue come Austria e Paesi Bassi.

Bucarest e Sofia, però, possono contare comunque su un largo consenso, anche di Paesi importanti come Francia e Italia, avendo dimostrato di rispettare tutti gli standard richiesti dalle istituzioni comunitarie. Da quanto si apprende, a suscitare i dubbi maggiori è la situazione della Bulgaria, mentre per la Romania vi sarebbe un consenso maggiore. “Croazia, Bulgaria e Romania sono tecnicamente pronti a entrare in Schengen, hanno fatto tutto quello che abbiamo chiesto loro e anche di più, i dubbi rimanenti sono di natura politica. Spero quindi che il buonsenso prevalga”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas. “L’Ue è più forte se si allarga Schengen, vuol dire più controllo, non meno. Croazia, Bulgaria e Romania sono pronti a proteggere le nostre frontiere, è ingiusto non dare loro l’opportunità che meritano, se non oggi nei prossimi giorni”. Posizione simile a quella espressa al termine del vertice dalla commissaria per gli Affari Interni Ylva Johansson: “Congratulazioni alla Croazia. A Bulgaria e Romania invece dico ‘meritate di entrare, avete un forte sostegno da quasi tutti gli Stati membri e dalla Commissione’. Esprimo disappunto e tristezza perché quando non siamo uniti siamo più deboli. Ma sono convinta che raggiungeremo l’ingresso di Bulgaria e Romania in questa legislatura e sarà la mia priorità far sì che accada”. Complimenti a Zagabria arrivano anche da parte della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

A testimonianza del fatto che anche su Romania e Bulgaria esiste una maggioranza compatta sulle posizioni dell’ammissione all’area Schengen, anche tra i Paesi fondatori, arrivano le parole del governo francese: “La Francia è favorevole all’ingresso di Croazia, Bulgaria e Romania in Schengen, sono Paesi europei e il loro ingresso sarebbe un passo significativo nella gestione della rotta balcanica“, ha detto il ministro dell’Interno Gerald Darmanin prima di entrare al Consiglio Affari Interni. L’ingresso dei tre Paesi “ci permetterà di eseguire meglio il controllo delle nostre frontiere, con un impegno molto forte da parte loro”, ha aggiunto. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato che l’Italia è “favorevole all’ingresso della Romania, della Bulgaria e della Croazia” .

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