Non solo la repressione delle forze di sicurezza e le uccisioni durante gli scontri in strada, da oggi anche il boia inizia a colpire le manifestazioni anti-governative in corso in Iran da più di 2 mesi, scatenate dalla morte della 22enne Mahsa Amini, la giovane deceduta mentre era in custodia della polizia morale che l’aveva arrestata per aver indossato male il velo. È stata infatti eseguita la prima condanna a morte di un dimostrante, Mohsen Shekar, arrestato durante le proteste, come annunciato dalla magistratura della Repubblica Islamica. Le forze di sicurezza di Teheran continuano ad aprire il fuoco contro i manifestanti scesi in strada e i medici intervistati dal Guardian riferiscono che le donne vengono generalmente colpite nella faccia, sul petto e sui genitali, a differenza degli uomini. E intanto un nuovo membro della famiglia della Guida Suprema, Ali Khamenei, si scaglia contro l’ayatollah: “Mio fratello è un despota”, ha scritto in una lettera aperta a La Stampa la sorella, Badri Hossein Khamenei.
L’esecuzione di Shekari – Shekari è stato accusato di aver bloccato una strada, di disordini, di aver estratto un’arma con l’intenzione di uccidere nonché di aver ferito intenzionalmente un ufficiale durante il servizio. La magistratura ha detto che l’udienza si è tenuta il 10 novembre e l’imputato ha confessato le accuse a suo carico. Così, dopo la sentenza di colpevolezza, l’uomo è stato impiccato nella mattinata dell’8 dicembre dopo essere stato giudicato colpevole da un tribunale rivoluzionario di “inimicizia verso Dio”. Le organizzazioni che lottano per i diritti umani nel Paese lanciano l’allarme: Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights, con sede in Norvegia, ha twittato che le esecuzioni dei manifestanti inizieranno a verificarsi quotidianamente a meno che le autorità iraniane non siano messe di fronte a “rapide conseguenze pratiche a livello internazionale”.
Gli Usa: “Esecuzione è escalation sinistra del regime” – E non si è fatta attendere la reazione della comunità internazionale. “L’esecuzione di Mohsen Shekari rappresenta una escalation sinistra dei tentativi del regime per eliminare tutte le critiche e reprimere le manifestazioni” ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa Ned Price, mentre il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha twittato che gli Usa “chiederanno conto al regime iraniano delle violenze brutali che ha inflitto al suo popolo”.
Teheran replica: “Nostra reazione proporzionata, Occidente ipocrita” – A sua volta Teheran ha replicato duramente alle accuse degli Stati Uniti. “Nel contrastare le rivolte, l’Iran ha mostrato la massima moderazione e, a differenza di molti regimi occidentali che diffamano e reprimono violentemente anche i manifestanti pacifici, l’Iran ha impiegato metodi antisommossa proporzionati e standard” si legge sul profilo Twitter ufficiale del ministero iraniano degli Esteri., secondo cui “lo stesso vale per il processo giudiziario: moderazione e proporzionalità”, con il regime che respinge “l’ipocrita paternale all’Iran” da parte dell’Occidente. “Tuttavia, la sicurezza pubblica è una linea rossa – continua l’intervento in un secondo post collegato – L’assalto armato e il vandalismo non sono tollerabili, nemmeno per i regimi occidentali che hanno trovato un pretesto per fare un’ipocrita paternale all’Iran. Invece di sbandierare la sua falsità con dichiarazioni politicizzate – si legge ancora – l’Occidente deve smetterla di ospitare, sostenere e incoraggiare i terroristi“.
La repressione della rivolta: colpite le donne – Fino a oggi, sono 11 le persone arrestate durante le manifestazioni di piazza in diverse città della Repubblica Islamica e condannate a morte. Sentenze che si basano sulla lettura fornita dall’establishment iraniano, secondo il quale le proteste sono istigate dai nemici stranieri del Paese, ordinando per questo alle forze di sicurezza di “affrontarle con decisione”. Finora, almeno 475 manifestanti sono stati uccisi e 18.240 sono stati arrestati, secondo l’agenzia di stampa degli attivisti per i diritti umani Hrana che ha anche riferito la morte di 61 membri del personale di sicurezza. E la repressione continua senza sosta. Il Guardian ha intervistato diversi medici e testimoni secondo i quali le ferite da arma da fuoco riscontrate sui corpi dei dimostranti di sesso maschile e quelle di sesso femminile sono generalmente diversi. Se i pallini degli shotgun del regime colpiscono i primi generalmente alle gambe, alle natiche e alla schiena, per le donne le parti più interessate sono invece la faccia, il petto e i genitali.
L’atteggiamento dei vertici iraniani ha scatenato l’indignazione e le proteste di molti all’interno e fuori dal Paese, comprese alcune persone vicine alla Guida Suprema. Dopo l’arresto della nipote di Khamenei, Farideh Moradkhani, per aver sostenuto i dimostranti, adesso è la madre della donna e sorella dell’ayatollah a scagliarsi contro il fratello: “Il popolo iraniano merita libertà e prosperità, e la sua rivolta è legittima e necessaria per ottenere i suoi diritti. Spero di vedere presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia che governa l’Iran. Che la giusta lotta del popolo per raggiungere la libertà e la democrazia si realizzi il prima possibile”, ha scritto nella missiva pubblicata dal quotidiano torinese. E ha poi aggiunto: “Nel nome di Dio, perdere un figlio ed essere lontano da tuo figlio è una grande tristezza per ogni madre. Molte madri sono rimaste in lutto negli ultimi quattro decenni. Penso che sia opportuno ora dichiarare che mi oppongo alle azioni di mio fratello ed esprimo la mia simpatia per tutte le madri che piangono i crimini del regime della Repubblica Islamica, dai tempi di Khomeini all’attuale era del dispotico califfato di Ali Khamenei“. La sorella del leader iraniano conclude la sua lettera spiegando che “l’opposizione e la lotta della nostra famiglia contro questo sistema criminale sono iniziate pochi mesi dopo la rivoluzione. I crimini di questo sistema, la soppressione di qualsiasi voce dissidente, l’imprigionamento dei giovani più istruiti e ispirati di questa terra, le punizioni più severe e le esecuzioni su larga scala iniziarono fin da subito. Come tutte le madri in lutto iraniane sono anche triste per il fatto di esser lontana da mia figlia. Quando arrestano mia figlia con violenza, è chiaro che applicano migliaia di volte più violenza ad altri ragazzi e ragazze oppressi che sono sottoposti a crudeltà disumana”.
Mondo
Prima esecuzione in Iran dall’inizio delle proteste. Usa: “Escalation sinistra del regime”. Teheran: “Occidente ipocrita”
È stata eseguita la condanna a morte di Mohsen Shekar, arrestato durante le proteste, come annunciato dalla magistratura della Repubblica Islamica. L'uomo è stato accusato di aver bloccato una strada, di disordini, di aver estratto un’arma con l’intenzione di uccidere nonché di aver ferito intenzionalmente un ufficiale durante il servizio. Guardian: "La polizia spara alle donne in faccia, sul petto e sui genitali"
Non solo la repressione delle forze di sicurezza e le uccisioni durante gli scontri in strada, da oggi anche il boia inizia a colpire le manifestazioni anti-governative in corso in Iran da più di 2 mesi, scatenate dalla morte della 22enne Mahsa Amini, la giovane deceduta mentre era in custodia della polizia morale che l’aveva arrestata per aver indossato male il velo. È stata infatti eseguita la prima condanna a morte di un dimostrante, Mohsen Shekar, arrestato durante le proteste, come annunciato dalla magistratura della Repubblica Islamica. Le forze di sicurezza di Teheran continuano ad aprire il fuoco contro i manifestanti scesi in strada e i medici intervistati dal Guardian riferiscono che le donne vengono generalmente colpite nella faccia, sul petto e sui genitali, a differenza degli uomini. E intanto un nuovo membro della famiglia della Guida Suprema, Ali Khamenei, si scaglia contro l’ayatollah: “Mio fratello è un despota”, ha scritto in una lettera aperta a La Stampa la sorella, Badri Hossein Khamenei.
L’esecuzione di Shekari – Shekari è stato accusato di aver bloccato una strada, di disordini, di aver estratto un’arma con l’intenzione di uccidere nonché di aver ferito intenzionalmente un ufficiale durante il servizio. La magistratura ha detto che l’udienza si è tenuta il 10 novembre e l’imputato ha confessato le accuse a suo carico. Così, dopo la sentenza di colpevolezza, l’uomo è stato impiccato nella mattinata dell’8 dicembre dopo essere stato giudicato colpevole da un tribunale rivoluzionario di “inimicizia verso Dio”. Le organizzazioni che lottano per i diritti umani nel Paese lanciano l’allarme: Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights, con sede in Norvegia, ha twittato che le esecuzioni dei manifestanti inizieranno a verificarsi quotidianamente a meno che le autorità iraniane non siano messe di fronte a “rapide conseguenze pratiche a livello internazionale”.
Gli Usa: “Esecuzione è escalation sinistra del regime” – E non si è fatta attendere la reazione della comunità internazionale. “L’esecuzione di Mohsen Shekari rappresenta una escalation sinistra dei tentativi del regime per eliminare tutte le critiche e reprimere le manifestazioni” ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa Ned Price, mentre il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha twittato che gli Usa “chiederanno conto al regime iraniano delle violenze brutali che ha inflitto al suo popolo”.
Teheran replica: “Nostra reazione proporzionata, Occidente ipocrita” – A sua volta Teheran ha replicato duramente alle accuse degli Stati Uniti. “Nel contrastare le rivolte, l’Iran ha mostrato la massima moderazione e, a differenza di molti regimi occidentali che diffamano e reprimono violentemente anche i manifestanti pacifici, l’Iran ha impiegato metodi antisommossa proporzionati e standard” si legge sul profilo Twitter ufficiale del ministero iraniano degli Esteri., secondo cui “lo stesso vale per il processo giudiziario: moderazione e proporzionalità”, con il regime che respinge “l’ipocrita paternale all’Iran” da parte dell’Occidente. “Tuttavia, la sicurezza pubblica è una linea rossa – continua l’intervento in un secondo post collegato – L’assalto armato e il vandalismo non sono tollerabili, nemmeno per i regimi occidentali che hanno trovato un pretesto per fare un’ipocrita paternale all’Iran. Invece di sbandierare la sua falsità con dichiarazioni politicizzate – si legge ancora – l’Occidente deve smetterla di ospitare, sostenere e incoraggiare i terroristi“.
La repressione della rivolta: colpite le donne – Fino a oggi, sono 11 le persone arrestate durante le manifestazioni di piazza in diverse città della Repubblica Islamica e condannate a morte. Sentenze che si basano sulla lettura fornita dall’establishment iraniano, secondo il quale le proteste sono istigate dai nemici stranieri del Paese, ordinando per questo alle forze di sicurezza di “affrontarle con decisione”. Finora, almeno 475 manifestanti sono stati uccisi e 18.240 sono stati arrestati, secondo l’agenzia di stampa degli attivisti per i diritti umani Hrana che ha anche riferito la morte di 61 membri del personale di sicurezza. E la repressione continua senza sosta. Il Guardian ha intervistato diversi medici e testimoni secondo i quali le ferite da arma da fuoco riscontrate sui corpi dei dimostranti di sesso maschile e quelle di sesso femminile sono generalmente diversi. Se i pallini degli shotgun del regime colpiscono i primi generalmente alle gambe, alle natiche e alla schiena, per le donne le parti più interessate sono invece la faccia, il petto e i genitali.
L’atteggiamento dei vertici iraniani ha scatenato l’indignazione e le proteste di molti all’interno e fuori dal Paese, comprese alcune persone vicine alla Guida Suprema. Dopo l’arresto della nipote di Khamenei, Farideh Moradkhani, per aver sostenuto i dimostranti, adesso è la madre della donna e sorella dell’ayatollah a scagliarsi contro il fratello: “Il popolo iraniano merita libertà e prosperità, e la sua rivolta è legittima e necessaria per ottenere i suoi diritti. Spero di vedere presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia che governa l’Iran. Che la giusta lotta del popolo per raggiungere la libertà e la democrazia si realizzi il prima possibile”, ha scritto nella missiva pubblicata dal quotidiano torinese. E ha poi aggiunto: “Nel nome di Dio, perdere un figlio ed essere lontano da tuo figlio è una grande tristezza per ogni madre. Molte madri sono rimaste in lutto negli ultimi quattro decenni. Penso che sia opportuno ora dichiarare che mi oppongo alle azioni di mio fratello ed esprimo la mia simpatia per tutte le madri che piangono i crimini del regime della Repubblica Islamica, dai tempi di Khomeini all’attuale era del dispotico califfato di Ali Khamenei“. La sorella del leader iraniano conclude la sua lettera spiegando che “l’opposizione e la lotta della nostra famiglia contro questo sistema criminale sono iniziate pochi mesi dopo la rivoluzione. I crimini di questo sistema, la soppressione di qualsiasi voce dissidente, l’imprigionamento dei giovani più istruiti e ispirati di questa terra, le punizioni più severe e le esecuzioni su larga scala iniziarono fin da subito. Come tutte le madri in lutto iraniane sono anche triste per il fatto di esser lontana da mia figlia. Quando arrestano mia figlia con violenza, è chiaro che applicano migliaia di volte più violenza ad altri ragazzi e ragazze oppressi che sono sottoposti a crudeltà disumana”.
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Il sottosegretario Delmastro boccia la riforma Nordio: “Mi piace solo il sorteggio. I pm? Così divoreranno i giudici”. Pd-M5s: “Se ne vada”
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Le scelte nello stile di vita possono avere un impatto significativo anche nella gestione della fibrillazione atriale, un disturbo del ritmo cardiaco che rischia di sviluppare 1 over 40 su 4 e che rappresenta una delle principali cause di ictus che colpisce milioni di donne e uomini in tutta Europa. Alcuni alimenti come alcol, caffeina o cibi piccanti possono scatenare un episodio di questa condizione cronica che spesso può passare inosservata: molti non ne sono consapevoli e non ricevono una diagnosi. Per aiutare le persone a comprendere meglio il legame tra alimentazione e fibrillazione atriale - riporta una nota - Daiichi Sankyo Europe ha ospitato a Milano oggi 'Beats and Bites', che gioca sul suono dei termini inglesi 'battiti e morsi'. All'evento, esperti di malattie cardiovascolari insieme alla European Nutrition for Health Alliance e Alice (Associazione per la lotta all'ictus cerebrale) Lombardia hanno affrontato le preoccupazioni comuni ed evidenziato le strategie di riduzione del rischio con la partecipazione dello chef italiano Ruben Bondì, che ha creato un menù di ricette semplici, gustose e salutari per il cuore.
"Gli operatori sanitari oggi devono fornire ai pazienti le giuste informazioni per comprendere il loro rischio di fibrillazione atriale e adottare misure proattive di prevenzione - spiega Daniele Andreini, direttore della Divisione di Cardiologia universitaria e Imaging cardiaco dell'Irccs ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio di Milano - I cambiamenti nello stile di vita, come il movimento regolare e l'alimentazione equilibrata, svolgono un ruolo cruciale nel migliorare la salute del cuore". Tra le strategie alimentari da adottare, gli esperti consigliano: consumare 2 porzioni di pesce ricco di omega-3 alla settimana per gli adulti e ridurre il sale a meno di 5 g al giorno; fare attenzione alle dimensioni delle porzioni e gestire i livelli di stress e di sonno, che potrebbero portare all'obesità e complicare i problemi cardiovascolari se non gestiti correttamente. Infine, fare circa 2 ore di esercizio fisico di intensità moderata alla settimana - passeggiare, fare le scale o ballare - oltre ad un allenamento di resistenza, 2 giorni alla settimana.
"Eventi come 'Beats and Bites' forniscono un utile supporto, offrendo consigli pratici e mostrando l'impatto che semplici cambiamenti nella dieta e nel movimento possono avere nel ridurre il rischio di fibrillazione atriale - rimarca Giacomo Falzi, vicepresidente Alice Lombardia - E' incoraggiante vedere al centro dell'attenzione il benessere dei pazienti, con esperti e sostenitori che si uniscono per dare a individui e famiglie la possibilità di assumere il controllo della propria salute cardiovascolare".
Le lacune nella conoscenza e nella gestione della fibrillazione atriale lasciano molti pazienti senza le informazioni e il supporto di cui hanno bisogno. "Daiichi Sankyo Europa aspira ad arricchire la qualità della vita delle persone in tutto il mondo - afferma Ilaria Leggeri, direttore del Patient Engagement della farmaceutica - Per questo è necessario andare oltre la malattia, guardare alle persone che convivono con la patologia, alla loro qualità della vita, alle loro scelte di vita e ai risultati che contano per loro". L'evento 'Beats and Bites' fa parte della più ampia iniziativa dell'azienda 'Il tuo cuore, nelle tue mani: fibrillazione atriale', dedicata all'educazione e alla responsabilizzazione delle persone, affinché diano priorità alla loro salute cardiovascolare.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - In occasione della Giornata dell'Unità nazionale e del Tricolore, che ricorre lunedì prossimo, 17 marzo, sulla facciata di Montecitorio verrà proiettata la bandiera nazionale, dalla mezzanotte e nelle successive ore serali e notturne.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - "Per il loro concreto e costante sostegno nel percorso di avvicinamento delle comunità di Gorizia e Nova Gorica soprattutto nel contesto di Go 2025", il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello emerito della Slovenia, Borut Pahor, verranno insigniti domani, con una cerimonia in programma alle 11.30 al Teatro comunale Giuseppe Verdi, del Premio 'Santi Ilario e Taziano-Città di Gorizia'. Un nuovo riconoscimento per i due statisti ai quali nell'aprile scorso fu attribuita la laurea honoris causa in Giurisprudenza dall'Università di Trieste, a conferma di un impegno comune per rimarginare le ferite della storia e mantenere vivi un'amicizia e un legame tra due i popoli, saldando un rapporto anche sul piano personale.
Numerose le occasioni di incontro e i gesti simbolici. A partire dal 26 ottobre 2016, quando i due presidenti parteciparono alla cerimonia sul tema "L'Europa luogo di superamento dei conflitti", nel centenario dell'unione di Gorizia all'Italia. Fu quella l'occasione per la deposizione di due corone d'alloro sul monumento dedicato ai soldati sloveni caduti sul fronte dell'Isonzo 1915-1917 a Doberdò del Lago, mentre in precedenza il Capo dello Stato italiano, al Parco della Rimembranza di Gorizia, aveva reso omaggio al monumento ai caduti della Prima guerra mondiale e al lapidario che ricorda i deportati goriziani.
Ma fu soprattutto il bilaterale a Trieste il 13 luglio 2020 particolarmente denso di significati. Mattarella e Pahor resero omaggio, mano nella mano, alla Foiba di Basovizza e al Monumento ai caduti sloveni antifascisti Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos e Alojzij Valencic, condannati a morte nel 1930. Quindi i due presidenti conferirono a Boris Pahor, scrittore sloveno naturalizzato italiano, rispettivamente l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e l’Ordine per Meriti eccezionali. Fu quindi firmato il protocollo di restituzione del Narodni Dom, l'edificio che ospitava le associazioni culturali slovene distrutto dalla violenza nazionalista dello squadrismo fascista nel 1920.
"La storia –disse Mattarella in quella occasione- non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro".
"Al di qua e al di là della frontiera -il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione europea -sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace. Oggi, qui a Trieste -con la presenza dell’amico presidente Borut Pahor- segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa". Concetti ribaditi nell’incontro del 21 ottobre 2021, per celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica 'Capitale europea della Cultura 2025 con il progetto 'Go! Borderless'. “Un meraviglioso esempio della costruzione di un futuro comune nell’Unione europea".
L'avvicendamento alla guida della Slovenia, con l'elezione della presidente Nataša Pirc Musar, ha visto proseguire le iniziative di collaborazione e dialogo tra i vertici istituzionali dei due Paesi. Mattarella nell'aprile dello scorso anno partecipò alle celebrazioni per il ventennale dell'adesione della Slovenia all'Ue e con l'omologa Pirc Musar ha inaugurato a febbraio di quest'anno Go 2025, Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Il lupus eritematoso sistemico (Les) è una malattia autoimmune che può colpire vari organi e apparati del nostro organismo. Da qui la difficoltà nella diagnosi e nel trattamento. "Negli ultimi 10 anni, per la malattia, è cambiato il paradigma terapeutico" ed è possibile "raggiungere la remissione, spegnere una delle sue complicanze, quale la nefrite lupica, e ridurre al minimo", fino "anche a sospendere, il cortisone". Protagonisti di questa rivoluzione sono, "in particolare, i Jak inibitori, famiglia di nuovi farmaci già disponibili in Italia da dicembre 2017 per l'artrite reumatoide". Così Fabrizio Conti, professore di Reumatologia Università Sapienza e direttore della Uoc di Reumatologia del Policlinico Umberto I di Roma, riassume all'Adnkronos Salute l'evoluzione nella gestione di questa patologia cronica che è caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose con sensibilità alla luce del sole, ma che può coinvolgere altri organi come rene, articolazioni e sistema nervoso centrale.
"Il Les si presenta in modo variabile da persona a persona", sottolinea Rosa Pelissero, presidente Gruppo Les Odv, ma colpisce "soprattutto donne giovani in età fertile". Il rapporto di incidenza tra femmine e maschi è di 9 a 1. "Dopo la diagnosi ci si trova da un giorno all'altro malati di una malattia cronica. Si deve imparare a convivere con una nuova normalità. La ricerca è importante: 40-50 anni fa l'obiettivo era la sopravvivenza. C'era solo il cortisone ad alti dosaggi", come cura. "L'avvento di nuovi farmaci - chiarisce - apre alla possibilità di sospenderlo e quindi anche di ridurre gli effetti collaterali e i danni" del farmaco. "La gravidanza", allora, era "assolutamente" inimmaginabile. "Oggi invece, grazie ai progressi fatti, le donne affette da lupus sanno di poter affrontare un gravidanza. La nostra aspettativa è sempre di avere nuovi farmaci, il più efficaci possibili, con meno effetti collaterali e che possano essere somministrati su larga scala".
Il decorso della patologia, spesso, "è di tipo relapsing-remitting in cui, a fasi di attività di malattia, si alternano fasi di quiescenza - spiega Gian Domenico Sebastiani, direttore Uoc di Reumatologia dell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma - I Jak inibitori, piccole molecole sintetizzate chimicamente, assunte per via orale, inibiscono l'attività di diverse citochine, che sono molecole pro infiammatorie. I Jak inibitori differiscono dai farmaci usati fino ad oggi perché - precisa - vanno a colpire meccanismi mirati della patologia", ma anche perché, essendo orali, hanno più "facilità di somministrazione", cosa importante per "l'aderenza" al trattamento. Inoltre, "per la rapidità di azione", se devono essere sospesi "smettono velocemente di agire".
Questa "nuova classe di immunomodulatori per via orale bloccano uno specifico enzima", janus chinasi, "che attiva diversi recettori cellulari - rimarca Gianluca Moroncini, professore di Medicina interna, direttore Dipartimento Scienze cliniche e molecolari, Università Politecnica delle Marche e direttore Clinica medica, Aou delle Marche - Pur riconoscendo un bersaglio molecolare specifico, in realtà, sono antinfiammatori modulatori ad ampio spettro. Il mio centro è impegnato in un trial clinico multicentrico per verificare se abbiano, nel Lupus eritematoso sistemico, un'efficacia pari a quella che hanno già dimostrato in altre malattie per le quali sono autorizzate, come l'artrite reumatoide o l'artrite psoriasica. Attendiamo con ansia l'esito delle sperimentazioni".
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Ho apprezzato molto la posizione di Elly Schlein quando ha detto no al piano di riarmo. Una buona premessa per impostare un progetto di alternativa a questo governo". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Se ci dobbiamo ritrovare con una alternativa che segue la Meloni e sottoscrive la politica estera disastrosa della Meloni è un disastro, che alternativa puoi presentare agli italiani se ti trovi a votare con la Meloni per l'escalation militare? Per non parlare di Gaza", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Il problema è che il Pd ha dimostrato di essere un partito troppo plurale, lo dico con una battuta. Ci sono dei momenti di sintesi e quando il tuo leader prende una posizione così chiara, qualche chiarimento adesso andrebbe operato. Ma il problema non riguarda me ma un'altra forza politica". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
Roma, 14 mag (Adnkronos) - "Oggi scopriamo che ci sono i proprietari delle reti che vogliono dettare le condizioni, vogliono utilizzare gli algoritmi per condizionare il dibattito, usare gli algoritmi per condizionare le elezioni. Ci dobbiamo svegliare". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Il problema vero è che sono monopolisti, come Starlink per i satelliti a bassa quota. Che garanzia di sicurezza abbiamo che domani, come per l'Ucraina, Musk non si svegli e dica chiudo l'interruttore? L'Europa è l'unico contesto sovranazionale che cerca di dettare regole su questo fronte. E' un problema serio da affrontare", ha spiegato il leader del M5s.