“Per una persona che è nelle condizioni economiche e di salute di raggiungere l’esilio della morte volontaria in Svizzera, ce ne sono mille che sono inchiodate al loro letto subendo come una tortura quello che non avrebbero mai voluto subire. È questa la ragione per la quale noi non ci fermiamo. Siano le aule parlamentari e dei tribunali a decidere. È lo Stato ad assumersi la responsabilità di una decisione”. Così Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, dopo essersi autodenunciato per il reato di aiuto al suicidio nella caserma dei carabinieri di piazza della Stazione a Firenze. “In questo momento nel nostro Paese ci sono malati che vedono affermata la propria volontà, le proprie scelte nel fine vita, e altri malati che privi di un requisito devono attendere di peggiorare. Come Massimiliano, devono fare la scelta di arrivare all’estero per porre fine alle proprie sofferenze”, ha dichiarato la sua legale, Filomena Gallo.