Politico ha stilato la sua annuale classifica delle personalità più influenti d’Europa per l’anno successivo e ancora una volta l’Italia è alla testa di una delle categorie pensate dalla testata. Se l’anno scorso a Mario Draghi era stato dato il ruolo principe, ossia quello di persona più potente del continente per il 2022, in vista dei prossimi 12 mesi a prendersi la scena è Giorgia Meloni. Questa volta, però, nella categoria dei ‘disgregatori’. E ad attirare l’attenzione è soprattutto l’appellativo scelto per la nuova presidente del Consiglio italiana: ‘La Duce’.

Mentre la figura più influente d’Europa per il prossimo anno sarà quella del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sono dure le giustificazioni che il media propone per giustificare Meloni alla guida dei ‘disgregatori’, davanti anche a figure come Viktor Orban che da mesi sta tenendo sotto scacco l’Ue sfruttando il potere di veto in sede di Consiglio europeo per costringere Bruxelles a sbloccare i fondi del Next Generation Eu vincolati allo Stato di diritto. “Il nuovo primo ministro italiano, Giorgia Meloni, sta facendo ogni sforzo per presentarsi come non minacciosa – si legge – Certo, l’aizzatrice di estrema destra una volta sosteneva l’uscita dell’Italia dall’Eurozona e si è opposta alle sanzioni contro Mosca dopo che la Russia ha invaso la Crimea nel 2014. Ma in questi giorni si sta dando da fare per far sapere ai suoi interlocutori in Europa e in Occidente che è una grande fan della Nato, della linea dura col Cremlino e non vuole in alcun modo lasciare l’Unione europea (anche se non le dispiacerebbe la possibilità di apportare qualche modifica al modo in cui funziona). Affrontando le radici fasciste del suo partito prima delle elezioni di settembre, ha rilasciato una dichiarazione video che sconfessa l’ideologia in francese, inglese e spagnolo (le parla fluentemente tutte e tre). Invece, ha paragonato le sue opinioni politiche a ‘i conservatori britannici, i repubblicani statunitensi e il Likud israeliano'”.

Quella in corso fin dall’ultima campagna elettorale italiana, scrive Politico, non è altro che un tentativo di brand washing, di ripulire la faccia del proprio partito, e anche la sua, da un passato che li vede entrambi legati strettamente alla tradizione fascista e neofascista italiana. Tanto che, aggiungono, “quando gli eurocrati non stanno a guardare, la Meloni dà il massimo, inveendo contro l’immigrazione e la ‘propaganda di genere’. Ha paragonato il facile accesso all’aborto alla ‘cultura della morte’, ha lanciato l’allarme sulla ‘islamizzazione dell’Europa’ e ha definito ‘barbari’ i sostenitori di Black Lives Matter“.

La premier italiana occupa la testa della categoria, come detto, prima di leader come Viktor Orban, definito ‘Il nemico all’interno’, del leader laburista britannico Keir Starmer (‘Il primo ministro ombra’) o di Jean-Luc Mélenchon (‘La resistenza francese’). Ci sono altre categorie, però, che compongono la classifica stilata da Politico per il 2023. Quella di ‘Coloro che fanno’, ad esempio, guidata da Robert Habeck, il vice cancelliere tedesco e membro dei Verdi, ribattezzato ‘Il vero cancelliere’, e nella quale si trovano anche la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde (‘la pompiere’), il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan (‘Il jolly’) e Marine Le Pen (‘La veterana’). Infine, c’è la classifica dei ‘Sognatori’, guidata dalla ‘leader di partito’ Sanna Marin, premier finlandese, seguita, tra gli altri, anche dal vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans (‘il gigante verde) e anche da Vladimir Putin (‘Il perdente’).

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