Pannelli fotovoltaici e pale eoliche possono convivere con il paesaggio. È questo l’oggetto del documento siglato da alcune delle più importanti associazioni nazionali, impegnate nella tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Il documento è stato siglato tra Fai, Legambiente e Wff e ribadisce che le fonti rinnovabili di energia possono convivere nel rispetto dei paesaggi italiani. Una vera e propria svolta che provoca l’approvazione del ministero dell’ambiente: il dicastero, infatti, ha fatto sapere che “il ministro Pichetto Fratin ha intenzione di avviare un tavolo di confronto con le associazioni che si occupano di tutela ambientale e dei Beni culturali“. Una posizione molto diversa da quella di un altro esponente dell’esecutivo di Giorgia Meloni, cioè il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che storicamente è un acerrimo nemico delle pale eoliche: solo il 4 novembre scorso ha definito l’installazione di impianti eolici allo “stupro di bambini“.
L’accordo tra Fai, Legambiente e Wwf è contenuto in un dossier che è stato intitolato “Paesaggi rinnovabili“. Nel documento congiunto sono previste dodici tappe, al fine di diffondere le comunità energetiche, promuovere lo sviluppo dell’agrivoltaico e rendere più efficienti gli impianti eolici esistenti. Le associazioni, infatti, hanno spiegato che l’obiettivo dell’accordo è quello di “coniugare gli obiettivi della transizione energetica con la lungimiranza nella pianificazione paesaggistica e la qualità della progettazione”. Ma c’è chi si oppone all’accordo delle associazioni nazionali: Italia Nostra, ad esempio, sostiene l’indirizzo politico di Vittorio Sgarbi. L’associazione fa sapere di aver “rotto ogni accordo con l’ideologia rinnovabilista di Legambiente, Wwf e Greenpeace, cui oggi si è aggiunto inopinatamente il Fai che fu di Giulia Maria Crespi, a partire dal 2005, quando firmarono l’accordo con l’Anev”, cioè l’Associazione nazionale energie del vento. Italia nostra, dunque, sottolinea ancora una volta di “sostenere l’indirizzo politico del ministro Gennaro Sangiuliano e del sottosegretario Vittorio Sgarbi, i quali cercano la strada per salvaguardare ciò che rimane del paesaggio italiano – le campagne, le coste, i monti e i centri storici – dopo la trasformazione industriale”.
Attacca Sgarbi, invece, il portavoce e deputato dei Verdi, Angelo Bonelli, perché “sta ostacolando la politica energetica rinnovabile ed è lui un ostacolo alla modernizzazione del paese”. Sgarbi sta “facendo un favore a chi vuol far dipendere l’Italia dalle fonti fossili acuendo la crisi economica e sociale del Paese”, prosegue Bonelli che definisce “una svolta storica” l’accordo sui “Paesaggi rinnovabili” fra Fai, Legambiente e Wwf : “E’ un punto di incontro che aiuta molto, uno sforzo responsabile che oggi la politica non ha” perché “il governo sta facendo ostilità rispetto al cambiamento climatico, vuole creare un hub del gas e puntare ancora sulle fonti fossili”.
Eppure dal fronte dell’esecutivo il ministro Pichetto Fratin dicedi aver accolto “con favore la posizione espressa dalle associazioni ambientaliste sulla necessità di coniugare gli obiettivi della transizione energetica con la lungimiranza nella pianificazione paesaggistica e la qualità della progettazione”. Il titolare dell’Ambiente sottolinea ancora una volta di aver confermato “con il presidente Meloni gli obiettivi di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Ma il nostro obiettivo – aggiunge – è fare ancora di più e meglio”. E poi aggiunge che “alla Cop27 che si è tenuta in Egitto l’Italia si è impegnata concretamente per la lotta al cambiamento climatico: 1,4 miliardi di dollari all’anno per i prossimi 5 anni, incluso un contributo di 840 milioni di euro attraverso il Fondo Italiano per il clima, la prima piattaforma di investimento italiana specificamente dedicata all’impiego di tecnologie pulite e all’adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo. Sviluppo delle energie rinnovabili nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio – rileva il ministro – senza mai perdere di vista le esigenze delle imprese italiane, che devono continuare a rappresentare un esempio di eccellenza nel mondo. Questo – conclude Pichetto – resta l’obiettivo del ministero dell’Ambiente e del Governo”.