di Roberto Del Balzo

Chissà se è un problema ai limiti del fisiologico. Il tema del Pos e dei contanti avrà anche tutte le sue contorsioni politiche. Lisciare il pelo del proprio elettorato, ad esempio, oppure piantare la durlindana di un celodurismo di ritorno nel terreno come segno di semplice sfida al buon senso. Ma il cervello, specialmente dopo i 40 anni, comincia a salutarci. Le cellule celebrali cadono morte una dopo l’altra come un domino, 100 mila al giorno, circa 1 al secondo. La memoria si sfarina nell’immaginazione e caso strano, soprattutto filosofi rinomati, scrittori eccellenti e giornalisti, tutti rivitalizzati da questo nuovo governo.

Non c’è giorno che Dio ha messo in terra, in cui sentono questa battaglia (e sai che battaglia) non come miserevole momento senza senso alcuno, dove pagare semplicemente come uno vuole senza obblighi di alcun tipo rappresenti un’opportunità e niente altro, ma come batracomiomachia in cui far finire, addirittura, il controllo totale che lo Stato vuole imporre ai cittadini.

Intellettuali dai capelli tinti vanno in televisione a raccontare che ormai lo Stato ti controlla dalla nascita alla morte. Anche passare il tesserino sanitario per qualche aspirina è intollerabile. Maledetti controlli. Insomma qua l’intellettuale, tra neuroni che se ne vanno e tinta per capelli che penetra nel cervello, si è messo alla testa di un battaglione che sferra accoltellate all’acqua e lancia giavellotti nel mare come nella più stupida delle guerre, quella di Caligola a Poseidone.

E di questi segnali di decadimento cognitivo sono pieni i social, le televisioni, le card ironiche su chi paga il caffè con la carta di credito, come se fosse davvero così. Infatti è questo capita quando le cellule più preziose vanno al creatore con una certa velocità, l’immaginazione la fa da padrone, il distacco dalla realtà è sempre più forte e l’ossessione va da sé. Diventa peggio della malattia, giusto per dirla come il filosofo di turno.

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