“Il Qatar è diventato un punto di riferimento per i diritti umani“. Così titolavano, nel 2019, gli articoli pubblicati dai media qatarioti presenti alla conferenza stampa a Doha di Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato Socialista in quota Articolo 1 e presidente della sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento europeo, che secondo quanto emerso dall’inchiesta della Procura federale belga raccontata in un articolo dei media Le Soir e Knack è coinvolto nel giro di mazzette e regali inviati dal Qatar per portare avanti una campagna di pulizia dell’immagine della monarchia del Golfo a livello europeo in vista dei Mondiali di Calcio. Quella che i media hanno definito una “organizzazione criminale”, e sulla quale le autorità stanno indagando con l’accusa di corruzione e riciclaggio di denaro, si diramava a diversi livelli all’interno dei Socialisti europei e ruotava proprio intorno alla figura di Panzeri.

Quando a Bruxelles il dibattito sulla decisione della Fifa di far ospitare alla petromonarchia del Golfo la competizione calcistica era oggetto di dibattiti e scontri all’interno delle principali famiglie europee, fu proprio Panzeri, nel 2019, a volare a Doha per partecipare alla “Conferenza internazionale sui meccanismi nazionali, regionali e internazionali per combattere l’impunità e garantire la responsabilità ai sensi del diritto internazionale” elogiando i presunti progressi del Paese in materia di diritti umani e dei lavoratori. Mentre centinaia di operai morivano nei cantieri dei Mondiali, l’ex eurodeputato affermava che questa conferenza apriva un nuovo capitolo nel rafforzamento dello Stato di diritto a livello di comunità internazionale. “È un progetto guidato dal Qatar a livello internazionale, ed è molto importante e questi sono sforzi encomiabili – dichiarava nel corso di una conferenza stampa, come riportavano i media locali – Aprendo nuovi orizzonti a livello internazionale, cerchiamo di combattere l’impunità e promuovere la responsabilità”.

Secondo Panzeri, che in queste ore è stato fermato dalla polizia belga insieme al segretario generale della Confederazione sindacale internazionale (Ituc), Luca Visentini, il Qatar già nel 2019 aveva avviato un percorso positivo, come testimoniava anche la collaborazione nata un anno prima proprio con la sottocommissione al Parlamento Ue da lui presieduta e che ha portato alla firma di un protocollo di cooperazione. “C’è un urgente bisogno di sostenere il meccanismo di responsabilità se vogliamo continuare a combattere l’impunità nei casi di gravi violazioni dei diritti umani”, ha dichiarato l’ex eurodeputato socialista al quale le forze dell’ordine, durante uno dei 14 blitz condotti nell’ambito delle indagini, hanno trovato 500mila euro in contanti nell’abitazione di Bruxelles.

Proprio un anno prima, nel 2018, Panzeri era volato sempre a Doha dove aveva incontrato l’allora primo ministro Sheikh Abdullah bin Nasser bin Khalifa Al Thani. In quell’occasione, secondo i media locali, aveva detto: “Durante la nostra visita nello Stato del Qatar su invito del Comitato nazionale per i diritti umani, abbiamo assistito a sviluppi positivi nel campo dei diritti umani per quanto riguarda ciò che è stato realizzato e ciò che sarà fatto in futuro, con la possibilità di presentare denunce e rimostranze nei tribunali. Incoraggiamo il Qatar a portare avanti queste riforme – aveva aggiunto in conferenza stampa – e accogliamo con grande favore l’accordo di partenariato tra il ministero dello Sviluppo Amministrativo, del Lavoro e degli Affari Sociali e l’Organizzazione internazionale del lavoro”.

Parole che assomigliano molto a quelle pronunciate anche da Luca Visentini e riportate sul numero del 21 novembre scorso del Qatar Tribune. Il segretario generale di Ituc è stato scelto tra le personalità che hanno manifestato “sostegno alle riforme sul lavoro del Qatar”: “La Coppa del Mondo di calcio è stata senza dubbio un’opportunità per accelerare il cambiamento e queste riforme possono costituire un buon esempio da estendere a tutti gli altri Paesi che in futuro ospiteranno eventi sportivi di questa portata – si legge – Accogliamo con favore gli sforzi fatti e che devono essere sostenuti per preparare l’economia e la società del Qatar per le sfide future e per assicurare che la qualità delle condizioni di lavoro ricevano gli investimenti a lungo termine necessari”. A fianco, compaiono anche le dichiarazioni della nuova presidente della sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento europeo, Maria Arena, secondo cui “dal 2018 molte riforme sono state fatte con la spinta della Commissione Nazionale del Qatar per i Diritti Umani e del ministro del Lavoro, Ali al-Marri. Queste includono l’abolizione del sistema della Kafala, la mobilità dei lavoratori, l’introduzione del salario minimo, meccanismi di sicurezza e sul diritto alla salute sul posto di lavoro, la creazione di un fondo sociale e di accordi di contrattazione collettiva. Queste riforme sono importanti, ma devono essere implementate correttamente”.

Twitter: @GianniRosini

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