Angela Lombardo ricercatrice dell”International Aids Vaccine Initiative (IAVI): "Questi risultati arrivano anche poco dopo due ulteriori studi pubblicati su Immunity nel settembre 2022, che hanno contribuito a convalidare l’approccio mirato alla linea germinale per la vaccinazione contro l’Hiv"
La ricerca di un vaccino stavolta davvero efficace contro l’Hiv, non si ferma e anzi, i risultati, considerati da molti esperti estremamente incoraggianti della nuova sofistica tecnica messa a punto per sconfiggere il virus che causa l’Aids, hanno dato nuovo impulso alla ricerca. “Con questi dati promettenti in mano che abbracciano sia la sicurezza che le risposte immunitarie si continueranno a progettare immunogeni potenzianti che potrebbero eventualmente indurre gli anticorpi neutralizzanti (bnAbs) desiderati e fornire protezione contro il virus. Questi risultati arrivano anche poco dopo due ulteriori studi pubblicati su Immunity nel settembre 2022, che hanno contribuito a convalidare l’approccio mirato alla linea germinale per la vaccinazione contro l’Hiv”. Lo ha spiegato a 30Science.com, Angela Lombardo ricercatrice dell”International Aids Vaccine Initiative (IAVI), l’organizzazione no profit sostenuta dalla Rockefeller Foundation, che ha partecipato alla sperimentazione clinica del primo vaccino a base di mRNA contro l’Aids i cui risultati sono stati recentemente pubblicati su Science.
È proprio questo tipo di approccio, quello di puntare alla linea germinale, combinato alla tecnologia a mRna, la stessa usata anche per il vaccino contro Sars-Cov 2, a rendere fiduciosi i ricercatori. Lo ha spiegato Alberto Cagigi, ricercatore italiano che ha partecipato alla sperimentazione al Vaccine Research Center (Vrc), presso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) del National Institutes of Health (Nih), negli Usa “Il vaccino sperimentale testato nell’ambito dello studio IAVI G001, ha dimostrato il successo nello stimolare il sistema immunitario ad avviare il processo di generazione di un certo tipo di anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro contro l’Hiv (bnAbs). Nello specifico, il vaccino è una parte della proteina Env di Hiv ingegnerizzata in modo da stimolare ed aumentare una rarissima popolazione di cellule B naïve in grado di produrre precursori di VRC01, un certo tipo di bnAb che interagisce direttamente con il sito di legame per il recettore CD4, che l’Hiv utilizza per legarsi alle cellule che infetta. Questo approccio è chiamato “targeting della linea germinale” e rappresenta il primo passo verso la produzione di anticorpi come VRC01. Essendo le cellule B precursori di VRC01 molto rare, la strategia è quella dapprima di aumentarne il numero con un vaccino fatto “ad hoc” e poi di stimolarle di nuovo con diverse versioni di Env via via sempre più simili alla proteina originale del virus. Questo concetto si chiama “vaccinazione sequenziale”.
In altri termini il vaccino a cui si sta lavorando è una sorta di terapia vaccinale che prevede diverse somministrazioni con booster che attivano funzioni diverse. In pratica il sistema immunitario è addestrato, passo dopo passo a sviluppare una resistenza specifica contro il virus. “Riteniamo – ha detto Angela Lombardo – che questa strategia di progettazione del vaccino sarà essenziale per realizzare un vaccino contro l’Hiv e potrebbe aiutare il campo a creare vaccini per altri patogeni difficili. Tuttavia, anche con questa prova di concetto, c’è ancora molta strada da fare per sviluppare un efficace vaccino contro l’Hiv”. “L’obiettivo generale dello studio IAVI G001 – ha aggiunto – era determinare se l’antigene del vaccino avesse un profilo di sicurezza accettabile e potesse indurre risposte da cellule B precursori anticorpali ampiamente neutralizzanti. Entrambi questi obiettivi sono stati raggiunti”. La ricerca ora sta portando avanti altri progetti e altri trial clinici sono stati avviati in Africa e negli Stati Uniti.
“IAVI, Scripps Research Institute e Niaid – ha spiegato Lombardo – stanno collaborando con la società di biotecnologie Moderna per sviluppare e testare la consegna dell’mRNA degli antigeni del vaccino contro l’HIV. Sono in corso due studi clinici di Fase I basati su IAVI G001, un altro su (IAVI G002 ) in quattro siti negli Stati Uniti e un altro ancora (IAVI G003) presso il Center for Family Health Research di Kigali, Ruanda, e The Aurum Institute di Tembisa, Sud Africa. Entrambi stanno testando la consegna dell’mRNA dell’eOD-GT8 60mer che è stato valutato come proteina ricombinante in IAVI G001, e lo studio statunitense include un antigene boost progettato dal laboratorio Schief e fornito con la tecnologia Moderna mRNA. Una terza prova ( HVTN302), in dieci siti negli Stati Uniti, sta testando la somministrazione di mRNA di tre diversi composti chimici della superficie del virus Hiv stabilizzati e progettati nel laboratorio Schief che sono candidati per diventare un eventuale booster in fase avanzata in vaccini multifase che mirano a indurre bnAbs. L’uso della tecnologia dell’mRNA potrebbe accelerare significativamente il ritmo dello sviluppo del vaccino contro l’Hiv in quanto consente una produzione più rapida del materiale della sperimentazione clinica. Alla fine, l’obiettivo è un regime vaccinale in più fasi con l’obiettivo di suscitare diversi tipi di bnAbs”.
Emanuele Perugini