Sabato mattina c'è stato il quarto incontro tra gli azionisti della potenziale coalizione: presenti i pentastellati Dario Violi e Nicola Di Marco il consigliere regionale Matteo Piloni per il Pd, per l'Alleanza Verdi/Sinistra il coordinatore regionale di Sinistra italiana Paolo Matteucci. Nessun rappresentante invece per +Europa. Delle trattative ha parlato anche il leader M5s Giuseppe Conte: "Non accettiamo diktat, la candidatura deve essere il frutto di un percorso"
Tra il Movimento 5 stelle e il Pd è stata raggiunta una condivisione su “oltre il 90%” dei punti programmatici in discussione nelle trattative sull’accordo per le regionali in Lombardia, a sostegno della candidatura a governatore del dem Pierfrancesco Majorino. Quasi tutti i nodi sono sciolti, dunque, e la decisione arriverà entro 48 ore al massimo. Lo riferiscono, esprimendo soddisfazione, il coordinatore del M5s lombardo Dario Violi e il capogruppo in Regione Nicola Di Marco, i due delegati grillini che sabato mattina hanno partecipato al quarto incontro tra gli azionisti della potenziale coalizione: per il Pd era presente il consigliere regionale Matteo Piloni, per l’Alleanza Verdi/Sinistra il coordinatore regionale di Sinistra italiana Paolo Matteucci. Nessun rappresentante invece per +Europa, i cui dirigenti nazionali hanno posto un veto all’alleanza con i 5 stelle e che quindi – se l’accordo andrà in porto – non farà parte del “campo largo”.
Per chiudere il cerchio e “restituire il lavoro” ai soggetti interessati – da un lato la coalizione “ristretta” di centrosinistra, dall’altro gli organi interni del M5s – manca la quadra su pochi aspetti del programma: uno su tutti è quello delle infrastrutture, che è stato lasciato per ultimo. Delle trattative in corso per le regionali il leader pentastellato Giuseppe Conte ha parlato anche in collegamento con una conferenza stampa organizzata dal gruppo in Regione Friuli-Venezia Giulia: “Come M5s riteniamo arrogante dire “il candidato sarà il nostro, punto” e allo stesso modo riteniamo arrogante che lo facciano altre forze politiche. E purtroppo spesso lo fanno, a partire dal Pd”, ha detto, con un palese riferimento alla candidatura dell’assessore Alessio D’Amato a governatore del Lazio. “Non accettiamo diktat, la candidatura deve essere il frutto di un percorso e non può essere la prima tappa se il passaggio più qualificante di questo percorso sono i contenuti programmatici”, ha chiarito Conte.