È una ramificazione tutta interna al gruppo dei Socialisti europei quella che parte dalla figura dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri e si allarga tra sindacalisti di livello mondiale, assistenti parlamentari e arriva a coinvolgere anche una vicepresidente del Parlamento europeo. A far scoppiare il caso sono state le 16 perquisizioni svolte dalla polizia belga, su ordine della Procura federale, che ha fermato l’ex Pd, il suo ex assistente parlamentare Francesco Giorgi, il segretario generale della Confederazione sindacale internazionale (Ituc), Luca Visentini, e Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ong No Peace Without Justice fondata da Emma Bonino. Ma il nome più “pesante” è quello di Eva Kaili, eurodeputata greca del Movimento Socialista Panellenico, vicepresidente del Parlamento europeo che risulta essere stata fermata dagli agenti di Bruxelles per essere interrogata prima dell’espulsione dal partito.
Dalle indagini, che procedono con le accuse a vario titolo di corruzione e riciclaggio di denaro, emerge che le persone coinvolte ricevevano mazzette e regali dalla monarchia qatarina per promuovere e sottolineare i “passi avanti” compiuti da Doha in tema di diritti umani e dei lavoratori, mentre nei cantieri dei Mondiali centinaia di operai morivano o lavoravano con paghe misere e senza adeguate misure di sicurezza. Richieste che trovano una sponda nelle dichiarazioni dei protagonisti di questa vicenda, ma anche dai voti espressi dai membri Socialisti in Parlamento sulle questioni riguardanti il Qatar.
Tutto sembra ruotare intorno a Panzeri e al suo entourage. L’ex eurodeputato, al quale la polizia ha trovato 500 mila euro in contanti nell’abitazione brussellese, risulta essere stato fermato e indagato. Inoltre, sono stati perquisiti anche i locali dell’associazione presieduta da Panzeri, Fight Impunity, che promuove “la lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani” e la giustizia internazionale. Una ong nel cui board onorario siedono personaggi di primo piano come l’ex commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, l’ex Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Federica Mogherini, e ancora Emma Bonino.
Indagato è anche l’ex assistente parlamentare dell’ex eurodeputato, Francesco Giorgi, che a sua volta risulta essere stato fermato e interrogato dopo una perquisizione nella sua abitazione. Ma Giorgi non è un semplice braccio destro. In quell’abitazione vive, insieme alla loro figlia, con Eva Kaili, eurodeputata greca del Movimento Socialista Panellenico e soprattutto vicepresidente del Parlamento europeo. Anche lei è stata interrogata dalle forze dell’ordine. Perché Kaili non è estranea alle vicende che riguardano la discussione all’interno delle istituzioni europee sulla decisione della Fifa di concedere al Qatar lo status di Paese ospitante della Coppa del Mondo. È stata proprio lei, a metà novembre, in vista di un voto sulla risoluzione di condanna, poi approvata dal Parlamento europeo, sulla situazione dei diritti umani nel Paese del Golfo, a schierarsi pubblicamente a sostegno della decisione della Fifa: “Oggi i Mondiali in Qatar testimoniano come la diplomazia sportiva possa realizzare la trasformazione storica di un Paese, con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Si sono impegnati e si sono aperti al mondo”, ha detto definendo poi il Paese “pioniere nei diritti dei lavoratori”. “Tuttavia, alcuni qui ci chiedono di discriminarli. Li maltrattano, accusano di corruzione chiunque parli con loro o sia coinvolto con loro. Tuttavia comprano ancora il loro gas naturale. Ancora una volta, lì hanno aziende che guadagnano miliardi”.
Non è stata, però, l’unica apertura di Kaili alla petromonarchia degli al-Thani. Mentre la tensione anche all’interno dei palazzi di Bruxelles cresceva con l’avvicinarsi della competizione mondiale, è stata l’eurodeputata greca a compiere un deciso passo in direzione dell’emirato. La Delegazione del parlamento Ue per i rapporti con la Penisola Arabica, della quale la stessa Kaili fa parte, doveva recarsi proprio nel Paese che ospita i Mondiali, ma il viaggio venne annullato a causa di conflitti di programmazione. In sostituzione, fu proprio l’eurodeputata greca a prendere un volo per Doha, in rappresentanza dei colleghi, per incontrare i funzionari statali del Qatar e non dimenticandosi di elogiare le riforme in tema di diritti umani e dei lavoratori, come riportato dai media qatarini. Gli stessi media affermano che la donna si è spesa anche per favorire l’abolizione delle restrizioni sui visti Schengen per le visite dei cittadini qatarini in Unione europea.
Le posizioni di Panzeri e del suo entourage, però, sembrano essere diffuse in gran parte della formazione socialista. Il 21 novembre scorso, il Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo aveva presentato una risoluzione all’aula con la quale chiedeva di prendere posizione sulla situazione dei diritti umani nel Paese che ospita i Mondiali di calcio. Proposta che il Parlamento ha poi approvato con 181 deputati a favore, 165 contrari e 32 astenuti, ma senza il sostegno della stragrande maggioranza dei deputati socialisti che hanno deciso di osteggiarla. D’altra parte, già nei giorni precedenti il voto, esponenti del Pd come Andrea Cozzolino inviavano mail ai colleghi di partito chiedendo di votare contro la risoluzione: “In vista del voto di oggi sulla situazione dei diritti umani nell’ambito della Coppa del Mondo Fifa in Qatar, vorrei ribadire la mia posizione manifestata all’incontro del gruppo di ieri chiedendovi di votare contro la seconda parte del recital A nel voto disgiunto. Questa sostiene che la Coppa del Mondo è stata assegnata dalla Fifa al Qatar grazie ad abusi e corruzione. Il Parlamento europeo non dovrebbe accusare un Paese senza prove emerse da indagini delle competenti autorità giudiziarie”. Ma tra gli assistenti di Cozzolino c’è un nome tutt’altro che estraneo a questa vicenda: proprio quello di Francesco Giorgi.