Gli scissionisti della Lega guardano a Letizia Moratti. Nel centrodestra lombardo si muovono le prime pedine dopo lo strappo di Federico Lena, Roberto Mura e Antonello Formenti, i tre consiglieri regionali che venerdì hanno dato vita a un nuovo gruppo intitolato al Comitato nord, il correntone fondato da Umberto Bossi (e perciò sono stati espulsi dal Carroccio). Una fuga in avanti incoraggiata anche dal fatto di non aver nulla da perdere: se il cremonese Lena ha annunciato di non volersi ricandidare, il pavese Mura e il lecchese Formenti puntano a essere rieletti al Pirellone, un obiettivo che nella Lega salviniana sarebbe stato irraggiungibile. E il loro sogno sarebbe di farlo proprio col simbolo del Comitato nord, che adesso – grazie alla formazione del gruppo consiliare – potrebbero schierare il 12 e 13 febbraio senza dover raccogliere le firme, se Bossi darà il suo placet. Il Senatur, infatti, finora non è sembrato voler bloccare l’operazione: da un lato (per bocca di uno dei coordinatori della corrente, Paolo Grimoldi) ha lanciato un’appello all’unità, dall’altro però ha chiesto a Salvini di ritirare le espulsioni, e non ha diffidato i tre consiglieri dall’utilizzo del nome e del marchio del Comitato.
Sul progetto però pesa un dilemma: con quale candidato governatore schierarsi? La prima scelta, e la più ovvia, porta al nome di Attilio Fontana (i tre consiglieri, d’altra parte, hanno chiarito di voler restare in maggioranza). Ma l’ipotesi rischia di incontrare il veto di Matteo Salvini: difficilmente il segretario della Lega potrebbe accettare un alleato che ha come oggetto sociale la sfida alla sua leadership. Perciò si fa largo l’ipotesi che i nordisti possano trovare rifugio nella coalizione centrista di Moratti: l’ex ministra berlusconiana gode di ampie simpatie nel fronte autonomista e nella sua lista civica ci sono già vari posti riservati ai “duri e puri” della Lega Nord, i ribelli capitanati da Gianni Fava (l’ultimo sfidante di Salvini alla segreteria) che non si sono mai rassegnati al nuovo corso salviniano e puntano a riprendersi il vecchio partito, ora “congelato”. Tra i candidati ci sarà sicuramente Davide Boni, già presidente del Consiglio regionale e segretario del Carroccio a Milano, prima di essere sfiduciato nel 2017 e traslocare in Grande Nord, la formazione federalista di cui ora è coordinatore regionale. Ma anche l’ex deputato Roberto Bernardelli e l’ex segretario leghista di Sondrio Christian Borromini. Che a questi nomi possano aggiungersi, a titolo personale, quelli di Formenti e Mra è un’ipotesi concreta. E dall’entourage di Moratti arriva un’apertura netta: “Devono decidere loro, ma è chiaro che la nostra candidatura può rappresentare anche quella parte della Lega scontenta della linea Salvini, che vuol riparlare di autonomia e ha avuto molte obiezioni sulla caduta di Draghi. C’è tutto un mondo che evidentemente è in fermento”, dice al fattoquotidiano.it una fonte a lei vicina.
“Ora è presto, valuteremo il quadro e decideremo se guardare a destra o andare al centro. A sinistra è difficile”, dice al fatto.it. il consigliere Lena. Che spiega: “Ho fatto questa scelta perché ero convinto servisse una presa di posizione forte all’interno della Lega per Salvini premier. Sapevamo a cosa andavamo incontro, ma poco importa. Finora non abbiamo detto nulla perché Bossi stava cercando di non farci buttare fuori dal partito, nei prossimi giorni vedremo”. E a “chiamare” gli scissionisti verso Moratti è anche Fava, ex assessore della giunta Maroni, che da tempo si è schierato con l’ex vice di Fontana. “Questa vicenda segna un punto di rottura nella storia del Comitato nord. È la fine di un equivoco e rende il quadro molto più semplice: non si può essere autonomisti dentro la Lega di Salvini”, dice al fatto.it. “Con loro dovremo trovare delle convergenze, perché pensano le stesse cose che pensiamo noi. E non credo vogliano stare con Fontana, altrimenti non se ne sarebbero andati. Nella civica di Moratti ci sono storici militanti della Lega, che per il partito hanno dato tutto: il mondo autonomista lombardo sostiene lei e non Fontana. Non escludo che Mura e Formenti sceglieranno di unirsi a noi e credo che sarebbero accolti a braccia aperte“.