Il successo di Marco Bellocchio arriva anche agli European film awards. Con la sua prima serie tv, Esterno Notte, che racconta la storia del rapimento di Aldo Moro, il regista 83enne si è aggiudicato l’Award per l'”Innovative Storytelling“. Nel buio invernale di Reykjavík, a trionfare alla 35esima edizione degli Efa 2022 è stato Triangle of sadness, una pellicola satirica sulla ricchezza e la povertà, di Ruben Ostlund (già Palma d’oro a Cannes): la pellicola non solo si è aggiudicata il titolo di miglior film, ma anche quello di miglior regia, miglior sceneggiatura. Premio anche all’attore protagonista, Zlatko Buric.
Bellocchio non è l’unico italiano a portarsi a casa un successo. Anche la triestina Laura Samani si è aggiudicata il premio rivelazione (European Discovery) con Piccolo corpo, la storia poetica del viaggio di Agata, madre che nel nord Italia d’inizio Novecento perde la figlia alla nascita e vuole seppellirla dove forse c’è ancora speranza. Non ce la fanno invece Pierfrancesco Favino che correva come miglior attore con Nostalgia, di Mario Martone, e MarScia su Roma, una produzione italiana, diretta dal regista nord-irlandese Mark Cousins, in lizza come miglior documentario.
“Qui tutti parlano inglese, ma l’italiano è una lingua bellissima – ha detto Bellocchio commentando il premio -. Questo premio per innovazione creativa è molto bello per me tanto più per il fatto che sono anziano ovvero ho un’età in cui in genere ci si ritira”.
Il regista ha parlato non solo della serie tv e della sua prossima opera che debutterà in primavera, La conversione, ma ha anche lanciato l’idea per nuovi progetti, come riporta l’Ansa. “Voglio fare una serie tv su Enzo Tortora per raccontare l’enorme ingiustizia di cui è stato vittima mentre viveva il momento più alto del suo successo con Portobello, oltre venti milioni di spettatori a puntata – ha spiegato – Dall’oggi al domani lo mettono in manette e lo portano a Regina Coeli. Un uomo poi assolto, riabilitato completamente, ma quando torna a fare Portobello non ce la fa più a parlare al Pappagallo, non è più lo stesso”. “Quei giudici di fronte a tutte le evidenze lo condannarono a dieci anni e non è che per il loro errore si siano dimessi. E poi con la legge Vassalli nessuno ha pagato”, ha aggiunto Bellocchio. Il titolo della serie, ha svelato “potrebbe essere La colonna infame, ovvero il libro che Tortora voleva sulla sua bara”. Il lavoro, che il regista vorrebbe in sei puntate proprio come Esterno notte, sembra essere già avviato, ma non ha ancora un produttore.
Per quanto riguarda La conversione, il film pronto in primavera che racconta la vera storia di Edgardo Mortara, bambino ebreo sottratto alla famiglia nel 1858 per essere allevato come cattolico, sotto la custodia di Papa Pio IX, Bellocchio dice: “Erano altri tempi, oggi il Papa entra nella Sinagoga, ma allora gli Ebrei erano quelli che avevano ucciso Gesù. Pio IX fece un atto estremamente violento nei confronti di questo bambino. Poi è accaduto che quest’ultimo rimase fedele ai suoi rapitori e diventò anche prete. Spero che questa storia emozionante parli anche al presente”.
Soddisfazione da parte del regista per gli ascolti della serie su Aldo Moro: “Andavamo contro Grande fratello, ma gli ascolti sono andati bene con una media di circa tre milioni a puntata e poi le pubblicità erano poche, molte meno delle tv private. Dalla Rai infine nessuna censura, solo qualche osservazione. Ma per me è stata comunque un’esperienza emotiva. La sera che andava in onda ho pensato: ora qualcuno la sta guardando”.
I PREMI – Oltre agli italiani già citati e al vincitore, sono diversi i premi assegnati nel corso degli Efa. Vicky Krieps è stata “incoronata” miglior attrice per Il corsetto dell’imperatrice, della registra austriaca Marie Kreutzer, mentre la miglior commedia è The good boss, di Fernando Leon de Aranoa, con uno straordinario Javier Bardem. Il premio per il miglior documentario è andato a Mariupolis 2, del regista lituano Mantas Kvedaravicius morto durante l’invasione russa dell’Ucraina. Tra i momenti politici di questa edizione, riporta l’Ansa, quello che ha visto la bandiera ucraina con sopra scritto liberate Maxim Butkevich, il giornalista ucraino e attivista dei diritti umani imprigionato dai russi.